di Paolo Varetto
La Stampa, 27 agosto 2024
La proposta approvata dal Consiglio comunale. Nordio: “Al lavoro per ridurre sovraffollamento e rischio di suicidi”. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha risposto alla seconda lettera, datata 26 luglio, nella quale il sindaco Stefano Lo Russo denunciava le condizioni del carcere Lo Russo e Cutugno, ex “Vallette”, devastato dai detenuti in rivolta. “Posso assicurare - è la premessa - che il mio dicastero sta profondendo il massimo sforzo per alleviare, almeno in parte, le condizioni di grave disagio, se non di dolore, che affliggono anche la Casa circondariale di Torino”. Quindi le progettualità da mettere in campo: “L’azione del governo si è ulteriormente intensificata nell’adozione di interventi volti a mitigare i problemi del sovraffollamento e del rischio suicidiario e nel rispetto della dignità della persona, con l’auspicio di vedere presto un miglioramento generale delle condizioni dei detenuti, degli operatori e degli agenti di polizia penitenziaria”.
Rassicurazioni alle quali il Comune di Torino risponderà inviando al ministero anche la mozione approvata a larga maggioranza lo scorso 22 aprile con la quale il Consiglio comunale chiedeva la costruzione di un nuovo carcere. Un modello diverso da quello anni Ottanta del “Lorusso e Cutugno”, ma che assecondi realmente le finalità rieducative della pena. Da qui la necessità della sua costruzione all’interno del tessuto urbano della città, senza relegarlo all’estrema periferia.
Che le “Vallette” siano ormai una polveriera ingestibile lo aveva confermato anche Lo Russo nella sua lettera del mese scorso: “Perdura la situazione di sovraffollamento e le recenti proteste dei detenuti riguardano un padiglione ove sono ospitate 420 persone a fronte di una capienza regolamentare di 223 posti. È ormai gravissimo il deficit di assistenza sanitaria, in particolare per le persone con gravi patologie psichiatriche e ad alto rischio di suicidio”.
“La dimostrazione - commenta Luca Pidello, il consigliere del Pd che ha presentato la mozione - che la nostra casa circondariale non risponde più alle esigenze del 2024. Serve una nuova struttura meglio integrata con il resto della città, che permetta l’esecuzione di pene a custodia attenuata per il reinserimento dei detenuti. Spazi a misura di persona che garantiscano formazione, lavoro e comfort: avviamo al più presto le interlocuzioni per individuare il luogo più adatto, guardando innanzitutto alle aree demaniali inutilizzate”.
Una richiesta che verrà ribadita anche in Consiglio regionale, con un atto analogo presentato dalla dem Nadia Conticelli, che nei giorni scorsi ha svolto un sopralluogo in via Maria Adelaide Aglietta 300 con le deputate Pd Chiara Gribaudo e Anna Rossomando: “Per come sono costruite, le “Vallette” non possono neppure essere ristrutturate: vanno demolite. Il governo deve prendersi le proprie responsabilità”.
Per quanto nella consapevolezza che qualsiasi decisione sia esclusivamente in capo al Ministero e che la mozione è un atto di competenza del Consiglio comunale, anche la giunta concorda con la necessità di andare oltre a un penitenziario costruito a fine anni Settanta, con i criteri di massima sicurezza studiati per far fronte al terrorismo. “Siamo assolutamente d’accordo - conferma la vicesindaca con delega al Sistema carcerario Michela Favaro - pur sapendo bene che deve essere Roma a decidere.
Noi possiamo comunque accompagnare il percorso verso una struttura intermedia tra il carcere e un luogo per il graduale reinserimento dei detenuti, anche nel rispetto del principio rieducativo della pena. Se il Ministero è d’accordo, trovare l’area adatta non sarà un problema, coinvolgendo innanzitutto il demanio. Anche il nuovo Piano regolatore potrà rivelarsi un utile strumento”.
Di sua iniziativa, la giunta invierà a Nordio anche il “Manifesto dei giovani detenuti”, problema particolarmente sentito al “Lorusso e Cutugno”, con la finalità di renderne la pena meno afflittiva e il percorso di reinserimento più fruttuoso.










