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di Giulia Zonca

La Stampa, 15 aprile 2023

Blitz in alcune abitazioni occupate da famiglie di origine rom alla periferia Sud. Anche i bimbi finiscono in strada. Per giocare in mezzo a uno sgombero ci vuole fantasia e i bambini la divorano per cui, se siamo molto fortunati, quelli che guardavano dal balcone le loro abitudini in disuso, da grandi avranno strane memorie colorate di questa giornata violenta.

Tipo ringhiere magiche a guardia di mondi fantastici oltre le quali non può succedere nulla di brutto e orsi di peluche che volano nella spazzatura per mimetizzarsi dai cattivi e restare a difesa dei sogni. Sui cattivi probabile che restino confusi.

Il comune di Torino ha sgomberato degli abusivi e ovviamente è giusto così. Le famiglie sloggiate, tutte con dei minorenni in casa, stavano lì senza averne diritto e sono state ripetutamente avvertite di quanto stava per accadere, erano preparate o rassegnate o pronte ad altre incursioni, vai a sapere. Sono stati invitati a trasferirsi in un altro posto che non hanno ritenuto adatto. Ci sta che avessero ragione pure loro, almeno su questo punto: essere senza fissa dimora non equivale a farsi mettere dove altri indicano per sentirsi più tranquilli.

Va bene, ma proprio perché questa è una storia di scelte, di gente che sa di non poter rimanere dove si è aggrappata, di politici che hanno delle regole da rispettare come garanti della comunità che rappresentano, di uomini e donne che vogliono decidere e hanno o l’autorità o la libertà per farlo, fosse anche per preferire un campo nomade a quattro mura, resta brutale e inutile vedere questi minori, molto minori, abbandonati a loro stessi in ore destinate a essere dolorose. Si poteva scegliere anche di avere riguardo. Si poteva ipotizzare di investire sul futuro.

Sgomberati 5 appartamenti delle case Atc di via Scarsellini - I ragazzini seduti per terra si erano probabilmente abituati alla quotidianità di un luogo che ora devono lasciare ed è probabile che, come testimoniano i vicini, non lo abbiano nemmeno sempre trattato al meglio questo posto, ma è più semplice identificarli come futuri teppistelli invece che tentare di evitarlo. In questa particolare situazione è facile non sentirsi responsabili, nemmeno per la mancata cautela. I bambini vengono ignorati dai genitori e ignorati dalle istituzioni. Lasciati alla loro immaginazione.

Le famiglie da spostare erano note, forse non era poi così impossibile presentarsi allo sfratto con una figura che potesse prevenire i traumi o almeno schermarli, offuscarli, parlare con i più piccoli, tenerli occupati. Semplicemente distrarli. Certo, madri e padri e parenti avrebbero potuto farli uscire prima, prendersi cura. Perché se ne doveva fare carico chi tutela la legge, perché gente con tanti guai o senza voglia di reagire doveva occuparsi di scansare incubi? Ognuno ha i propri. La logica regge però i bambini forse no. Ci tocca sperare nella forza delle loro invenzioni perché se si arrendono all’idea che ogni cosa bella, pure l’orso di peluche, finisce nel pattume durante l’ennesimo caotico e urlante trasloco, che tutto è precario, nulla è serio, gli essere umani sono per lo più indifferenti, allora è più facile che crescano convinti di poter sprecare tutto.