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La Stampa, 22 luglio 2023

Chiuso per vicende giudiziarie, sarà gestito dalla cooperativa Pausa Caffè. A settembre la caffetteria del Tribunale di Torino riaprirà. Balzata all’attenzione della cronaca giudiziaria per sospetta infiltrazione ‘ndranghetista della cooperativa sociale Liberamensa, che aveva in carico la struttura, sarà gestita ora da un’altra cooperativa, Pausa Caffè. Il primo passo è stato l’avvio quest’inverno, grazie a un progetto finanziato dalla Comunità europea, di una caffetteria mobile, un piccolo chiosco che serve in media 300 caffè al giorno.

“Questo luogo ha una storia travagliata, ma meglio di nessun altro è in grado di esprimere il valore costituzionale della pena come strumento di inclusione per un ex detenuto. Se l’attenzione della malavita è costante è proprio per il suo valore simbolico. Una ragione in più per tutelarlo come presidio di legalità”, spiega Marco Ferrero, presidente di Pausa Caffè che opera nel campo dell’inclusione sociale dal 2004 e, dopo avere vinto il bando, ha firmato a maggio il contratto per la gestione del bar di Palazzo di Giustizia.

“Vogliamo farlo diventare un luogo aperto alla città, con un piccolo dehors accessibile anche senza passare dall’interno. Avrà una pasticceria e un pastificio, che utilizzeranno materie prime di qualità. I posti di lavoro saranno dodici tra ex detenuti, detenuti con permesso di lavoro esterno, richiedenti asilo e migranti. L’altro grande obiettivo è farne un luogo di sperimentazione per l’economia circolare e la cucina circolare, con filiere corte, riduzione degli sprechi e uso di materiali compostabili per l’asporto. Sarà un luogo di inclusione sociale, ma anche di sperimentazione”.