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torinoggi.it, 3 settembre 2023

Il sopralluogo della Garante dei detenuti Monica Gallo e dell’assessore alla Sicurezza Gianna Pentenero. “La migliore condizione per la salute e la garanzia del diritto alla salute e alle cure deve prevedere una riorganizzazione della sanità penitenziaria riattivando servizi e prestazioni, comprese quelle possibili anche all’interno dell’istituto penitenziario torinese”.

A sottolinearlo è la Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, Monica Cristina Gallo, dopo aver visitato, insieme all’assessora comunale con delega ai Rapporti con il sistema carcerario, Gianna Pentenero, il reparto detenuti dell’ospedale Molinette e aver constatato, come la stessa Garante evidenzia, che “negli anni sono state sicuramente apportate migliorie”.

“Il Reparto detenuti della “Città della Salute” - spiega Monica Gallo - è il Centro di riferimento regionale per la cura dei detenuti e delle detenute ed è dotato di 19 posti letto. Da alcuni mesi è anche attiva la procedura per l’estrazione degli ovuli ingeriti da presunti spacciatori, procedura che per molti anni è stata gestita all’ interno della Casa Circondariale, con molti problemi. Negli anni - aggiunge la garante - grazie ad un confronto costante con la Direzione Sanitaria del presidio ospedaliero, il Reparto non accoglie più i TSO che invece vengono gestiti nei vari Servizi Psichiatrici Diagnosi e Cura degli ospedali cittadini. La linea adottata negli anni esclude, correttamente, il ricovero in urgenza in quanto le gravi condizioni del detenuto, al pari di un libero cittadino, necessitano di assistenza mirata onde evitare una evoluzione clinica negativa e non gestibile nel repartino. Stessa soluzione è adottata per le donne in gravidanza, poiché alle Molinette non è presente la competenza ostetrica ginecologica”.

L’assessora Gianna Pentenero evidenzia che “quello delle Molinette è un reparto di eccellenza”, ma al contempo ricorda che “l’ultima rivolta nella Casa circondariale Lorusso e Cutugno, nata per questione legata ai trattamenti sanitari, impone una nuova e più approfondita strategia di trattamento della salute in carcere. Da mesi - sottolinea l’assessora con delega ai Rapporti con il sistema carcerario - sollecitiamo la Regione Piemonte affinché venga studiato un vero e proprio piano sanitario per un istituto, il Lorusso e Cutugno, che coi suoi 1500 detenuti e detenute si può considerare una piccola Asl - aggiunge Pentenero - dove avere un poliambulatorio adeguato. Invece si continua con una gestione che, generando malcontento, solleva proteste pericolose per la popolazione carceraria e per il personale della polizia penitenziaria”.