sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Marina Lomunno

La Voce e il Tempo, 18 aprile 2024

Nel 2024 sono già 31 i suicidi registrati nelle carceri della Penisola, tra cui 3 agenti penitenziari: un dato preoccupante se teniamo conto che nel 2023 i detenuti che si sono tolti la vita sono stati 57, ma siano solo ad aprile. Tra gli ultimi suicidi, poche settimane fa, un malato psichiatrico ristretto nella Casa circondariale di Torino “Lorusso e Cutugno” che non doveva stare in carcere ma in una Rems, le residenze per detenuti psichiatrici (dove le liste d’attesa sono chilometriche). Una situazione, punta dell’iceberg dell’allarmante disagio nelle nostre carceri sovraffollate, che non è più ammissibile come ha più volte sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ancora recentemente ricevendo la Polizia Penitenziaria il 18 marzo definendo i suicidi uno “stillicidio intollerabile”.

E poi rivolgendosi ai Garanti delle persone private della libertà personale, al Parlamento e al ministro di Giustizia, il Presidente ha detto: “Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti”. E per rispondere all’appello di Mattarella, la Conferenza nazionale dei Garanti ha organizzato per la giornata del 18 aprile, un momento di riflessione sui suicidi e sulle morti in carcere, che coinvolge tutte le autorità garanti territoriali, le associazioni e gli organismi che si occupano di detenzione con iniziative e manifestazioni nelle città italiane.

A Torino, la garante del Comune Monica Cristina Gallo, insieme alla garante di Alessandria Alice Bonivardo, promuovono alle 11 presso un luogo simbolo, il Museo del carcere “Le Nuove” in via Borsellino 3 (Saletta De Muro), un incontro “per ricordare le persone detenute morte per suicidio, malattia ed altre cause ancora da accertare e gli agenti di polizia penitenziaria che quest’anno si sono tolti la vita, per non dimenticare le loro storie e il dramma delle loro famiglie” spiega Monica Cristina Gallo.

Nel corso della manifestazione viene letto un appello della Conferenza nazionale dei Garanti rivolto al ministero della Giustizia, all’Amministrazione Penitenziaria, ai membri di Camera e Senato e alla società civile, ad un mese esatto dall’appello i Sergio Mattarella. Numerose le associazioni che aderiscono all’iniziativa tra cui il nostro giornale, la Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri Onlus, l’Associazione Antigone, “Nessuno Tocchi Caino”.

L’Arcivescovo Repole in carcere - Ma non tutto è buio dietro le sbarre: il periodo della detenzione può essere l’occasione per ripensare alla propria vita e riscoprire la fede che si era affievolita per strada. Come è accaduto a tre ristretti della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno che, nella mattinata di sabato scorso nella cappella del penitenziario, hanno ricevuto il sacramento della Confermazione dall’Arcivescovo mons. Repole, durante la Messa nella cappella celebrata per un gruppo di reclusi a cui ha partecipato anche il direttore Elena Lombardi Vallauri.

I tre cresimandi, preparati dai catechisti che collaborano con i cappellani, sono due giovani che hanno scelto come padrini i compagni di cella e una donna che ha voluto come madrina la sua catechista suor Rose Watoske, cottolenghina. Parole di speranza e misericordia quelle dell’Arcivescovo nell’omelia della Messa pasquale: l’amore di Dio e il suo progetto di amore è per tutti e ciascuno, non è frenato dagli sbagli del passato; sbagli che tutti ma proprio tutti possiamo commettere. Volti commossi al termine della Messa in un clima di festa che si spera possa contagiare anche chi è rimasto in cella.