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torinoggi.it, 8 luglio 2023

Dopo Napoli e Firenze, Magistratura Democratica lo scorso 9 giugno ha fatto un sopralluogo al “Lorusso e Cutugno” ed il verdetto è netto: “il carcere di Torino non permette la rieducazione”. Una visita a cui hanno preso parte la Garante comunale dei detenuti Monica Cristina Gallo, Antigone, rappresentanti della Camera Penale di Torino e il presidente di Giuristi Democratici. “Un’ottima iniziativa - ha commentato Roberto Lamacchia, presidente dell’associazione nazionale Giuristi democratici - a cui è necessario dare un seguito”.

1.351 detenuti, per una capienza di 990 posti - Oltre all’ispezione - che ha interessato alcune sezioni dei padiglioni A, B, C e F - il gruppo ha incontrato la nuova direttrice Elena Lombardi Vallauri, la comandante Sarah Brunetti, la polizia penitenziaria e gli educatori. Tante le criticità emerse, a partire dal sovraffollamento: a fronte di una capienza di 990 posti, il giorno della visita erano presenti 1351 detenuti.

“I detenuti hanno violato la legge, ma in carcere ne sono violate altre” - “La civiltà di un paese - ha commentato Davide Mosso, responsabile Commissione carcere Camera Penale Torino - trova espressione nelle sue carceri: questo è verissimo in Italia. I detenuti hanno violato la legge dello stato, ma quando vanno in carcere ci sono delle norme che sono sistematicamente violate”. Frasi forti, sostenute da numeri: nel penitenziario delle Vallette a marzo 2023 erano state accolte oltre 400 domande, degli ultimi anni, di uomini e donne che lamentavano maltrattamenti. Solo nel 2022 ne sono state presentate 329.

I suicidi - “Ben venga - ha aggiunto l’avvocato - che la magistratura veda. Io ho trovato inaccettabile che le parole più ricorrenti durante l’incontro con la polizia penitenziaria fossero: ‘Noi agiamo con umanità’. Prima ti mettono nelle condizioni di suicidarti, poi ti salvano”. L’ultimo atto estremo in ordine di tempo risale allo scorso 29 giugno, quando una donna si è tolta la vita costruendo un cappio artigianale con i propri indumenti.

Celle non rispettano standard europei - “La direttrice - ha spiegato Giulia Locati, giudice del Tribunale di Torino - è consapevole delle difficoltà. La Polizia Penitenziaria è sotto organico: c’è un agente ogni 46 detenuti e fanno dei turni estenuanti”. “I carcerati - ha aggiunto - vivono in celle che non rispettano gli standard della Corte Europea: i bagni privati sono senza acqua calda, molte docce non funzionano ed in molti casi non c’è luce naturale che arriva”.

40 nazionalità diverse - Al Lorusso e Cutugno sono ospitate persone di 40 nazionalità diverse: il 40% della popolazione carceraria è straniera, una percentuale più alta della media italiana. “È anche complesso - ha proseguito Locati - mettere nella stessa cella persone di lingue diverse. Il carcere di Torino non permette la rieducazione. È un modo non decoroso di scontare la pena”. “La situazione critica del carcere Lorusso e Cotugno di Torino è nota da tempo e al centro di numerose iniziative parlamentari. Ora il sopralluogo nella struttura di una delegazione formata da esponenti di Magistratura Democratica, dalla garante comunale dei detenuti Gallo, da rappresentanti di Antigone, della Camera Penale di Torino e di Giuristi democratici ha messo in luce come le condizioni non siano compatibili con la funzione rieducativa. Continuiamo a chiedere da mesi in tutte le sedi cosa intenda fare il governo sulla situazione delle carceri italiane, di cui il Lorusso e Cotugno è un esempio e certamente non la struttura in condizioni peggiori. Perché aldilà dei proclami, finora il governo non ha prodotto assolutamente nulla”, commenta la vicepresidente dem del Senato, Anna Rossomando.