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torinoggi.it, 29 agosto 2023

Il deputato è stato accompagnato dal Garante regionale dei detenuti Bruno Mellano: “Presenterò un’interrogazione al Ministro della Giustizia Nordio”. “Questa mattina, accompagnato dal Garante regionale delle persone private della libertà personale il dott. Bruno Mellano, ho visitato il carcere di Torino. Siamo stati accolti dalla direttrice Elena Lombardi Vallauri, dalla vice direttrice Assuntina Di Rienzo, dal capo area educativa Arianna Balma Tivola e dal vice comandante Maurizio Contu che ci hanno fatto strada nella visita di una struttura che presenta diverse complessità” lo dichiara il deputato e attivista per i diritti umani Aboubakar Soumahoro.

“Quello di Torino - spiega Soumahoro - è uno degli istituti più grandi del Piemonte, si compone di diversi padiglioni e numerose sezioni, e ospita al proprio interno tutti i circuiti detentivi ad eccezione del 41 bis. Nelle celle visitate - continua il parlamentare - non sempre sono garantiti 3 mq calpestabili, inoltre manca la separazione dei giovani al di sotto dei 25 anni dagli adulti.

Da un punto di vista strutturale è necessario segnalare problemi come infiltrazioni di acqua e la presenza massiccia di muffe alle pareti. Altra criticità riscontrata è quella relativa al sovraffollamento che costituisce un grande problema per i detenuti ma anche per il personale che opera all’interno dello stesso istituto. La capienza regolamentare infatti è di 1.118 posti mentre attualmente all’interno le presenze sono 1.434. La metà sono stranieri e attualmente possono contare su un solo mediatore culturale.

In generale non vi è sufficiente personale per far fronte alle molteplici necessità, servirebbe infatti un presidio sanitario ben strutturato per monitorare le numerose persone con problemi fisici - fra di loro anche una persona con un tumore al terzo stadio e molti detenuti con problemi psichiatrici - e mediatori culturali a sufficienza.

Inoltre - continua Soumahoro - ai detenuti con problemi psichiatrici mancano addirittura i beni di prima necessità come il vestiario, e le persone con difficoltà a deambulare non vivono in strutture adatte alle loro esigenze. Nella struttura vi sono anche tre madri con minori.

È urgente ridurre i circuiti penitenziari presenti, andrebbero trasferiti subito i circa 50 detenuti in regime Alta Sicurezza, in Piemonte infatti vi sono due istituti dedicati: uno ad Asti e uno a Saluzzo, come anche i 16 collaboratori di giustizia che dovrebbero essere spostati in strutture più adeguate. Questo aiuterebbe, almeno in parte, a risolvere la piaga del sovraffollamento che rende particolarmente complessa la vita in carcere.

Presenterò in questi giorni un’interrogazione al Ministro della Giustizia Carlo Nordio perché lo stato in cui versano le persone detenute nel carcere di Torino e le condizioni nelle quali sono costretti a lavorare gli operatori e la polizia penitenziaria non fanno onore al nostro Paese. Non dimentichiamo che l’obiettivo della pena è la rieducazione e il reinserimento in società e questo non può certamente avvenire in una struttura fatiscente e in un ambiente che presenta tali gravi criticità”, conclude il parlamentare.