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di Irene Famà

La Stampa, 4 febbraio 2024

Il piccolo non ha ancora compiuto un mese. L’avvocato della donna: “È innocente”. Serracchiani (Pd): “Nordio spieghi come è potuto accadere”. L’indignazione. La polemica. E questa mattina il piccolo Aslan, un mese ancora da compiere, e la sua mamma, sono stati trasferiti dal carcere all’Icam di Torino, istituto di custodia attenuata per le detenute madri. Lo ha disposto, con un’ordinanza, il gip di Pistoia. La donna, nomade di ventinove anni, è stata intercettata l’altro giorno dalla polizia stradale in Valle d’Aosta, a Pont Saint Martin, mentre, a bordo della sua auto, stava rientrando dalla Francia. Con una misura cautelare pendente, è stata arrestata e portata alla casa circondariale Lorusso e Cutugno. Ventiquattrore trascorse con il bambino dietro le sbarre, nella sezione femminile del penitenziario, nell’area cosiddetta “Asilo nido”.

Residente a Bologna, è accusata di due furti e due tentati furti con strappo commessi in Toscana nel marzo e nell’aprile 2023. Furti messi a segno con la “tecnica dell’abbraccio”. “La mia assistita è innocente”. Il difensore, l’avvocato Andrea Margotti del foro di Bologna, non ha dubbi: “In quel periodo era ricoverata in ospedale in Belgio. E lunedì rappresenteremo la questione all’autorità giudiziaria”. Il legale confida che la vicenda si risolva in pochi giorni. E aggiunge: “Chi ha commesso quei colpi, viaggiava su una Peugeot 306. Auto su cui la mia assistita non è mai salita. Alle spalle ha una condanna per furto risalente nel tempo. A Genova, era stata accusata in una vicenda simile. Si era trattato di uno scambio di persona ed è stata assolta”.

A sollevare il caso di Aslan e della sua mamma è stato il deputato di Avs Marco Grimaldi, che li ha incontrati per caso l’altro giorno durante una visita al penitenziario. “Siamo ovviamente contenti del trasferimento dal carcere all’Icam, ma questo non risolve il problema - commenta il parlamentare - Ora è il momento di liberare tutti i bambini che a oggi, in Italia, condividono il destino di detenzione delle madri, esposti alla “sindrome da prigionia”. La deputata Pd Debora Serracchiani, responsabile Giustizia, ha interpellato il Guardasigilli: “Questa condizione è determinata dalle illiberali e indegne norme del cosiddetto pacchetto sicurezza, che tuttavia non sono ancora in vigore. Il ministro Nordio spieghi come sia potuto accadere il caso del neonato in carcere”.