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di Simona Lorenzetti

Corriere di Torino, 26 luglio 2023

Del Gaudio morì al Sestante, tre condanne. Il giudice: “Doveva essere sorvegliato a vista, poteva essere salvato”. Roberto Del Gaudio ha impiegato 13 minuti per uccidersi. Tredici minuti durante i quali si è alzato dal letto con il cappio al collo realizzato con i pantaloni del proprio pigiama, “ha aperto la finestra della cella, ha tentato di legare il pigiama senza riuscirci, è caduto, ha riprovato fino a quando non ha incastrato il cappio, è salito sul letto e si è lasciato andare definitivamente”. Tredici minuti che raccontano la morte suicida di un detenuto, ma anche la condanna dei tre agenti della polizia penitenziaria che avrebbero dovuto sorvegliarlo a vista. Invece, “nessuno di loro è intervenuto e nessuno ha osservato. Eppure, il controllo continuato e ininterrotto era assolutamente previsto e dovuto”.

La ricostruzione di una morte annunciata e della responsabilità di tre agenti (difesi dall’avvocato Marco Feno) è narrata nelle motivazioni della sentenza del giudice Rosanna La Rosa, che ha inflitto agli imputati pene variabili tra 8 e 9 mesi per omicidio colposo per omessa vigilanza. Del Gaudio è morto il 10 novembre 2019. Era detenuto dal 18 agosto, dal giorno in cui aveva ucciso la moglie. Ed era rinchiuso al Sestante perché considerato un soggetto a rischio: gli agenti “avevano l’obbligo giuridico di vigilarlo attraverso il monitor e con piantonamento a vista”. Non lo hanno fatto. Cosa accadde realmente quella sera nel carcere Lorusso e Cutugno è una verità che in gran parte non verrà mai svelata.

Non si è mai capito perché gli agenti fossero distratti e non intervennero. A lungo, in fase d’indagine, i pm Giulia Marchetti e Francesco Pelosi avevano ipotizzato che stessero usando il monitor - che avrebbero dovuto trasmettere le immagini di Del Gaudio - per guardare la partita: in campo c’erano Juve e Milan. Il match è iniziato alle 20.46 ed è terminato alle 22.34. Del Gaudio ha iniziato a “comportarsi in maniera anomala” alle 21.37 (i video documentano che non indossa i pantaloni del pigiama), per poi mostrare le sue intenzioni suicide alle 22.18 (si alza dal letto con il cappio al collo). Gli agenti si accorgono che è morto alle 22.48, 12 minuti dopo la fine della sfida calcistica.

“L’ipotesi - scrive il Tribunale - non è stata dimostrata in dibattimento, ma anche fosse stata provata sarebbe comunque un elemento neutro”. In sostanza, per il giudice non è importante cosa stessero facendo gli agenti: “il dato certo è che non hanno sorvegliato in modo adeguato, come avrebbero dovuto”.

“La morte di Del Gaudio si sarebbe potuta evitare - si legge nel documento - qualora gli imputati avessero adempiuto al loro dovere”. E ancora: “Nessuno ha notato o riferito comportamenti allarmanti da parte della vittima, che ha potuto agire indisturbata per oltre un’ora nella realizzazione del proprio proposito suicidario e, in ogni caso, certamente per 13 minuti”.