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di Carlotta Rocci

La Repubblica, 10 luglio 2023

Ancora un incendio nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino. Il rogo è divampato ieri sera al Sestante, il reparto psichiatrico delle Vallette, finito al centro di un’inchiesta della procura, chiuso nel 2021 e poi riaperto dopo un’importante lavoro di ristrutturazione interna, ma in gran parte già danneggiato e non agibile.

Ieri sera un detenuto con problemi psichiatrici - accusato dell’omicidio di un compagno di cella il 20 giugno scorso quando si trovava nel carcere di Velletri - ha appiccato un incendio al materasso nel bagno della propria cella e poi ha cercato di strappare dalle mani dell’agente penitenziario intervenuto per domare le fiamme, le chiavi della cella.

Nel tentativo di impedirgli il “furto”, l’agente è rimasto ferito. L’intera sezione è stata evacuata. Il detenuto responsabile dell’incendio, poi, si è chiuso in cella chiedendo l’intervento di un medico. “Solo dopo un grande sforzo degli agenti di polizia penitenziaria veniva riportata la calma nella sezione”, denuncia il sindacato Osapp che commenta: “É giunta l’ora che la Regione individui strutture idonee, diverse dalle Rems, dove allocare e curare i soggetti con problemi psichiatrici che come più volte denunciato dall’Osapp in carcere non devono stare”.

Il Sestante è uno dei reparti psichiatrici più capienti nelle carceri italiane e per questo riceve detenuti da tutt’Italia. Dispone di 14 stanze, anche se la metà sono già tornate inagibili dopo la ristrutturazione per i danni causati dagli occupanti, una situazione che ha sollevato l’attenzione della garante dei detenuti Monica Gallo e dell’associazione Antigone.

“Forse questo sistema di affrontare la salute mentale andrebbe rivisto”, ha dichiarato qualche giorno fa in occasione di un report presentato da Magistratura Democratica, Michele Miravalle di Antigone. “L’inagibilità di molti spazi comporta che le persone con problemi mentali vengano spostate, non all’esterno, ma in altre sezioni del carcere non attrezzate ad accoglierle, dove lo psichiatra non è presente in caso di bisogno”. Il problema di persone con problemi psichiatrici detenuti in carcere in mancanza di alternative è stato sollevato in questi giorni anche dai magistrati di Magistratura democratica che a inizio giugno avevano visitato il penitenziario.