di Simona De Ciero
Corriere della Sera, 17 ottobre 2024
Il ventennale della Fondazione. Centomila giovani accolti e formati: il riconoscimento del presidente Mattarella. “Qui scoprono di avere identità e unicità”. Ha solo 20 anni ma la vita gli ha già imposto prove durissime: la perdita di casa e famiglia; l’esperienza, da minorenne, del carcere pur senza aver commesso alcun reato; un fratellino morto in mare. Salim è un giovane uomo nato in Gambia e vissuto serenamente in Libia, con mamma papà e due fratelli, fino allo scoppio della guerra civile, nel 2011, quando le loro vite cambiano radicalmente e il destino di questa famiglia “normale” viene stravolto per sempre. I genitori vengono arrestati (e di lì a breve uccisi), Salim è imprigionato, i suoi fratelli riescono a scappare ma il più piccolo, e Salim lo scopre da un video del telegiornale, muore in mare durante un naufragio del barcone sul quale si era imbarcato.
Nonostante lo strazio, Salim capisce che la sua vita non può finire tra le mura di un minorile libanese e, grazie a una piccola somma di denaro offertagli da un professore, e una via di fuga ben organizzata, riesce a partire alla volta dell’Italia. E ce la fa. Arriva a Lampedusa dove in pochi giorni viene trasferito in una comunità per minorenni di Settimo Torinese. Ha solo 16 anni, ma ha le idee molto chiare e crede che, a salvarlo, possa essere solo lo studio. Così chiede di frequentare una scuola. E approda a Piazza dei Mestieri, la Fondazione nata a Torino (con sedi anche a Catania e Milano) per sostenere i giovani e aiutarli a scoprire i loro talenti affiancandoli nella delicata fase che li porta dall’adolescenza alla vita adulta.
Qui Salim trova una seconda famiglia, impara l’italiano e diventa un bravo panettiere. Perché la Piazza è un luogo che sa di casa, dove i ragazzi “riscoprono il valore della loro identità e unicità” spiega Cristiana Poggio, vicepresidente e cofondatrice della realtà che pochi giorni fa ha spento 20 candeline e festeggiato il prezioso compleanno con una settimana di eventi nella sede storica torinese. “In vent’anni - prosegue Poggio - abbiamo accolto circa 100 mila giovani riuscendo a inserire direttamente nel mondo del lavoro il 75% di loro. Piazza dei Mestieri, infatti, non si rivolge solo a ragazzi dal passato drammatico come Salim ma, più in generale, è destinata a tutti gli adolescenti che rischiano di cadere in zone buie, scivolare verso forme di esclusione sociale, abbandonare la scuola”. Sempre di più, infatti, nonostante la giovane età e una vita intera da vivere, gli adolescenti dicono di sentirsi rassegnati, ansiosi. E soli, soprattutto.
“Parlo spesso con i nostri studenti e quello che mi colpisce di più - sottolinea la vicepresidente della Fondazione - è che abbiano la sensazione di essere l’ultima generazione perché il mondo esploderà presto, soffocato dal cambiamento climatico, dalle guerre e dall’indifferenza”. E sono tanti i ragazzi che, ogni anno, si affidano alle Piazze dei Mestieri d’Italia per scrivere le pagine del loro destino. Solo nel 2023, per esempio, i 436 docenti della scuola hanno erogato oltre 102 mila ore di formazione (su 124 corsi) destinate a più di 3.100 studenti che hanno potuto accedere ai percorsi di formazione anche grazie a 234 borse di studio e poco meno di 2 mila azioni di accompagnamento al lavoro. Per questo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato alla festa del ventennale inviando una lettera nella quale ha ringraziato la Fondazione per il servizio offerto e ha ribadito come il lavoro costituisca “un cardine del patto di cittadinanza su cui si fonda la nostra Costituzione” e contribuisca alla “realizzazione personale e partecipazione al destino comune della Repubblica”.