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di Carlotta Rocci

La Repubblica, 22 giugno 2023

Vernaglione se ne va: redini a Pappalardo, dirigente regionale già noto per le sue posizioni No Vax. “Istituto allo sfascio” dice lui. Ma lei un mese fa ha chiesto il trasferimento: rapporti deteriorati. Simona Vernaglione da oggi non è più direttrice del carcere minorile di Torino. Ci sono stati, in passato, problemi organizzativi, episodi anche violenti, e dichiarazioni politiche precise del nuovo governo che vorrebbe evitare doppi e tripli incarichi nelle carceri italiane. Ma quella del Ferrante Aporti sembra soprattutto una storia di veleni interni.

Una comunicazione ufficiale di ieri firmata dal dirigente del centro per la giustizia minorile per Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria, Antonio Pappalardo, annuncia con esecutività immediata da oggi “la revoca dell’incarico di direttore reggente alla dottoressa Vernaglione” e l’assunzione ad interim dello stesso Pappalardo del ruolo di direttore.

La comunicazione, recapitata anche alla procura dei minori, arriva dopo un’altra lettera del direttore generale del personale del Dipartimento per la giustizia minorile, Giuseppe Cacciapuoti, che chiede al dipartimento di individuare un nuovo dirigente che sostituisca quello uscente e incarica il dirigente interdistrettuale di adottare qualunque misura necessaria a garantire funzionalità e sicurezza del Ferrante Aporti, non escludendo che il dirigente faccia temporaneamente le veci del direttore.

Fonti vicine alla procura e agli ambienti dell’Ipm di via Berruti e Ferrero, però raccontano una versione diversa. La direttrice non è stata cacciata: ha chiesto, invece, già a inizio giugno di essere sollevata dall’incarico per urgenti motivi personali e di salute causati dallo stress provocato proprio dal deteriorarsi dei rapporti con i vertici piemontesi del centro per la giustizia minorile e per episodi poco piacevoli che si sarebbero verificati nell’ultimo periodo.

La direttrice, dunque, non lascerebbe per negligenza ma per esasperazione. La gestione del minorile torinese, bisogna dirlo, non è mai stata semplice. A novembre un gruppo di detenuti aveva devastato alcune aree, a gennaio si era verificata un’evasione, a maggio un detenuto ha denunciato di aver subito una violenza sessuale. Più volte i sindacati hanno denunciato carenza di organico e la mancanza di una dirigenza dedicata ed esclusiva.

L’ex direttrice, infatti, guida anche l’ufficio trattamento detenuti di Bari e fino a ieri ha viaggiato su e giù per l’Italia per gestire il doppio incarico. Ma se l’obiettivo del guardasigilli Carlo Nordio è “non lasciare carceri senza un direttore a tempo pieno”, la figura di Pappalardo, dirigente amministrativo già all’onor delle cronache per le sue decise posizioni No Vax, non va affatto in questa direzione. Lui ricopre già il doppio incarico: è a capo del centro per la giustizia minorile per Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria e ha lo stesso ruolo per l’area del Triveneto.

“Questo nuovo compito - spiega lui - mi è stato conferito dopo il secondo giorno consecutivo di contemporanea assenza di tutti i vertici del carcere, praticamente abbandonato a se stesso. Eredito un istituto allo sfascio su tutti i fronti”. Pappalardo ringrazia vertici penitenziari e civili come se la sua nomina fosse definitiva anche se, sulla carta, dovrebbe essere solo temporanea.