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di Regina Catrambone

huffingtonpost.it, 7 aprile 2023

Le rotte migratorie del Mediterraneo, la crisi tunisina, il conflitto in Ucraina: in questa Pasqua c’è bisogno di sostituire l’odio con l’amore, la distruzione con la costruzione, la guerra fratricida con la solidarietà tra esseri umani. Dall’inizio dell’anno a oggi le rotte migratorie del Mediterraneo, in particolare quelle che partono dalle coste libiche e tunisine, sono tornate al centro dell’attenzione della stampa e dell’agenda politica europea. Ma a crescere drammaticamente, purtroppo, non sono state soltanto le partenze e gli arrivi ma anche i naufragi e le persone che hanno perso la vita in mare, talvolta a due passi dalle nostre coste, altre alla deriva, lontane dai nostri occhi.

Alle crisi che ben conosciamo e che negli ultimi anni hanno costretto tantissime persone ad abbandonare tutto e fuggire si aggiunge la complessa situazione economica, politica e sociale che sta attraversando la Tunisia. Un Paese che, oltre a essere diventato il principale porto di partenza delle persone migranti in fuga dall’Africa subsahariana verso l’Europa, assistente al continuo aumento di popolazione locale che decide di attraversare il Mediterraneo per raggiungere la sponda settentrionale. Alla vigilia della Pasqua ci troviamo di fronte a una situazione complessa, che va gestita con pragmatismo e solidarietà, con la consapevolezza che si tratti di una questione strutturale e non emergenziale. In questo periodo di riflessione e introspezione il mio pensiero non può non andare a tutti bambini, le donne e gli uomini che trascorreranno questi giorni nel pericoloso tentativo di attraversare il Mediterraneo.

Sebbene in molti territori del mondo la Pasqua non appartenga alle tradizioni religiose e culturali locali, non possiamo ignorare che molti trascorreranno questo momento attraversando tante altre pericolose rotte migratorie del mondo, tentando di oltrepassare i confini più pericolosi, negli affollati centri di accoglienza o negli alloggi di fortuna nei campi profughi, dalla Libia ai confini dell’est Europa, dal Myanmar al confine con gli Stati Uniti.

Come non rivolgere le proprie preghiere e speranze al dramma che si sta consumando in Ucraina dove, per il secondo anno consecutivo, questa festività sarà celebrata sotto l’assordante rumore dei combattimenti, nella paura di un presente e un futuro avvolto da un conflitto del quale non si vede la fine? Richiamando l’incubo di un altro Paese destabilizzato da un conflitto che dura da 12 anni, la Siria, dove la grave situazione di crisi protratta, unita ai danni causati dal terremoto, sta provocando una crisi economica, sociale e umanitaria senza paragoni.

In questa Pasqua di resurrezione, sentiamo con forza la necessità di rinnovare la resilienza e la speranza di orizzonti di pace nel nostro spirito e in quello di chi si trova a vivere in condizioni di vita inimmaginabili. La rinascita diventa speranza e, al tempo stesso, certezza che dalle ceneri possa tornare la luce. Abbiamo bisogno di luce negli angoli di questo mondo dove è calato il buio, nei territori dimenticati, dove intere comunità hanno difficoltà a sfamare i propri figli malnutriti e ammalati, dove ragazze e donne vengono rapite, violentate e uccise, dove si viene privati della propria cittadinanza e dei più basilari diritti a seconda della comunità di appartenenza.

Non possiamo tollerare che questo possa continuare in un mondo in cui tutto è interconnesso, raggiungibile, palpabile, dove le merci possono spostarsi in maniera sicura a differenza degli esseri umani costretti a fuggire da dove si fa fatica a definire “vita” la propria esistenza per la mancanza di vie migratorie sicure e legali. C’è bisogno di sostituire l’odio con l’amore, la distruzione con la costruzione, la guerra fratricida con la solidarietà tra esseri umani.

La mia riflessione, in occasione della Pasqua, è soltanto un piccolo contributo che intende dare voce a chi non ne ha, una preghiera affinché le tenebre della guerra, della povertà e della violenza possano lasciare spazio alla luce, un invito affinché ciascuno di noi possa contribuire, con piccole e con grandi azioni, a costruire un mondo migliore. Buona Pasqua a tutti noi!