sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Giuseppe Legato

La Stampa, 24 febbraio 2023

“Spero annullino il 41 bis”. Così l’anarchico trascorre le ore in attesa della sentenza della Cassazione sulla richiesta di revoca del carcere duro. Sono ore di attesa per Alfredo Cospito, l’anarchico considerato ideologo del Fai (Federazione anarchica informale) recluso in esecuzione di una sentenza per strage politica al regime del 41 bis e al momento ricoverato all’ospedale San Paolo di Milano per via delle complicate condizioni di salute seguite allo sciopero della fame che ha intrapreso ormai da quasi 4 mesi: “L’ho visto ieri (23 febbraio), continua ad avere addosso il macchinario per monitorare la sua situazione cardiaca ed è molto dimagrito, ma è lucido, presente. Da giorni ormai ha ricominciato ad assumere integratori (al netto di quelli verso i quali sviluppa forme di allergia) e potassio” spiega uno dei legali che lo sta seguendo in questa articolata vicenda, Maria Teresa Pintus.

Fiducioso sull’esito della Cassazione di oggi che dovrà decidere sull’istanza di revoca del 41 bis presentata dal legale Flavio Rossi Albertini? “Diciamo che è molto determinato e spera che la Cassazione quantomeno annulli con rinvio al tribunale di sorveglianza per nuova decisione”.

Lo scorso 9 febbraio, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha respinto l’istanza della difesa, confermando il 41 bis per Cospito; una decisione arrivata dopo i pareri della Procura Generale di Torino, contraria alla revoca del carcere duro, e quello della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo che invece aveva “aperto” alla possibilità di un decalage verso il regime di Alta Sicurezza.

In vista della camera di Consiglio di oggi, il pg di Cassazione Pietro Gaeta, nella sua requisitoria scritta, ha chiesto di annullare con rinvio per un nuovo esame l’ordinanza del tribunale di Sorveglianza di Roma del 1 dicembre 2022 che aveva confermato il 41bis per l’anarchico. “Emerge nella motivazione dell’ordinanza impugnata - scrive Gaeta - una carenza di fattualità in ordine ai momenti di collegamento con l’associazione, che lascia sopravvivere la stigmatizzazione difensiva secondo cui la condizione reclusiva speciale fosse giustificata solo dalla necessità di contenimento dell’estremismo ideologico”.

“La verifica su questo punto essenziale non traspare nella motivazione del provvedimento impugnato, ancorché necessaria e non potendo essa evidentemente essere desumibile interamente ed unicamente né dal ruolo apicale di Cospito nell’ambito dell’associazione di appartenenza, né dall’essere egli divenuto “punto di riferimento” dell’anarchismo in ragione dei suoi scritti e delle condanne riportate” sottolinea il pg della Cassazione.

La Procura generale in un altro passaggio della requisitoria evidenzia come “risultano invece fondate le censure difensive che denunziano apparenza della motivazione dell’ordinanza impugnata in ordine alla dimostrazione dei “collegamenti” di Cospito con l’organizzazione criminale di appartenenza: e ciò pur nella piena consapevolezza della estrema delicatezza e difficoltà del crinale che il Tribunale di Sorveglianza era chiamato ad attraversare in un’ipotesi ermeneutica del tutto inedita, e quasi di “confine”, di possibile applicazione del regime detentivo speciale”.