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di Paolo Baroni

La Stampa, 13 giugno 2023

I dati di Coldiretti: colpa dell’inflazione alimentari, la più alta da quasi 40 anni. Cresce il numero dei poveri e delle persone che chiedono aiuto per mangiare facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari. Secondo Coldiretti siamo arrivati oltre quota 3,1 milioni di persone. Fra i nuovi poveri ci sono anche coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dalla crisi dal balzo costi dell’energia con il caro bollette e dagli effetti del cambiamento climatico che ha devastato le aziende agricole della Romagna.

La colpa è dell’inflazione alimentare “più alta da quasi 40 anni”, segnala Coldiretti nel suo studio “Poveri, il lato nascosto dell’Italia” presentato in occasione del grande mercato contadino di Campagna Amica a San Pietro dedicato alla solidarietà con la “spesa sospesa”, la tavola della fraternità per i più bisognosi e il cestino solidale per i senza tetto ma anche lo spazio dedicato agli agricoltori alluvionati nell’ambito del “World Meeting of Human Fraternity”, ispirato all’Enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco.

L’Italia - sottolinea Coldiretti - si prepara a vivere l’estate a tavola più cara da decenni con il numero dei bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per mangiare che ha superato quota 630mila, praticamente un quinto del totale degli assistiti, ai quali vanno aggiunti 356 mila anziani sopra i 65 anni oltre a una platea della fame e del disagio che coinvolge più di 2,1 milioni di persone fra i 16 e i 64 anni.

Negli ultimi tre anni il numero delle persone che hanno chiesto aiuto per mangiare, secondo le stime di Coldiretti su dati Fead, è salito di un milione: per il 64% risiede al Sud, il 22% al Nord e il resto nelle aree del centro Italia. Oltre 2 milioni di persone hanno ricevuto sostegni alimentari in modo continuativo, il resto si è rivolto ai programmi e alle strutture di assistenza solo in modo saltuario come ultima spiaggia e soluzione per momenti di estremo bisogno.

La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari (oltre 92 mila le tonnellate di cibo distribuite negli ultimi 12 mesi) che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli.

Nel paniere della solidarietà - evidenzia Coldiretti - si trovano un po’ tutti i prodotti non deperibili: dal latte a lunga conservazione UHT (23%) alla pasta (9%), dalla salsa di pomodoro (8%) ai legumi (5%), da succhi di frutta e zucchero (5%) a caffè e biscotti (4%), senza dimenticare carne e tonno in scatola (3%), farina, marmellate, formaggio, fette biscottate (2%).

Fra tutti coloro che chiedono aiuto per il cibo - evidenzia lo studio - più di 1 su 5 (23%) è un migrante che nel nostro Paese non riesce a procurarsi da solo il “pane quotidiano”, ma ci sono anche oltre 90mila senza dimora che vivono per strada, in rifugi di emergenza, in tende o anche in macchina e quasi 34mila disabili. Nel 2022 hanno ricevuto assistenza per mangiare anche 48mila ucraini proprio nell’anno in cui il Paese è stato invaso e devastato dall’esercito russo.

In totale, negli ultimi 5 anni, sono stati oltre 8 milioni i chili di cibo per le famiglie bisognose che sono stati raccolti dagli agricoltori della Coldiretti attraverso le mobilitazioni per la spesa sospesa lanciate attraverso i mercati di Campagna Amica da nord a sud dell’Italia. In questo modo sono state aiutate oltre 400mila famiglie per una media di più di 20 chili a nucleo con circa 100mila i bambini in condizione di difficoltà aiutati in questa operazione di solidarietà a cui hanno collaborato Caritas, mense parrocchiali e fondazioni ospedaliere. “Con la Spesa sospesa abbiano voluto dare un segno tangibile della solidarietà degli agricoltori verso le fasce più deboli della popolazione più colpite dalle difficoltà economiche” spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “questa esperienza è diventata un fenomeno strutturale presente in tutti i mercati contadini nel nostro Paese”.