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Corriere del Trentino, 28 gennaio 2024

Rinchiuso 24 ore su 24, o quasi, scorporando l’ora d’aria e quelle per le altre attività, il numero di ore che doveva trascorrere all’interno della cella era minore. Ma poco cambia, uno spazio vitale inferiore ai 3 metri quadri è insostenibile. D’altronde è il minimo sancito per legge sotto il quale non si può andare, o meglio non si potrebbe. Un detenuto la scorsa estate aveva infatti presentato reclamo perché, come ha poi accertato il magistrato di sorveglianza, lo spazio individuale nella cella era inferiore ai 3 metri quadrati. Il reclamo era stato accolto, ha ricordato la presidente della Corte d’appello Anna Maria Creazzo. Una situazione che sarebbe creata dal sovraffollamento del carcere di Trento che conta un numero di detenuti decisamente superiore a quello stabilito nell’accordo tra il ministero e la Provincia, ossia 240 detenuti. In media ce ne sono 336. È critica anche la situazione del carcere di Bolzano, struttura vecchia che ospita 108 detenuti (il dato è riferito ad agosto).

“Un’offesa” al governo dell’Autonomia l’ha definita l’avvocato Andrea de Bertolini, consigliere provinciale e capogruppo regionale del Pd, intervenuto ieri nel corso della cerimonia. E “l’amministrazione penitenziaria, per tutelarsi formalmente dalle condanne della struttura di Spini sull’incivile violazione dello spazio minino di tre metri quadrati imposto dalla Cedua presidio della dignità umana per ogni detenuto all’ interno della cella-ha spiegato - non ha scelto di ripristinare l’accordo iniziale che calmierava la capienza, piuttosto ha scelto di smantellare pezzi di celle (l’antibagno, un piano di acciaio ancorato al pavimento a uso di cucinino) rimuovendoli come rifiuti per recuperare spazio”.

De Bertolini rilancia l’idea di creare un Provveditorato regionale. “È il momento di riprendere il dialogo politico. L’esperienza dei Provveditorati strutturati su macroregioni sono una risposta inadeguata a garantire i diritti fondamentali dei detenuti e ad assicurare condizioni lavorative dignitose a chi opera nelle carceri. Noi tutti abbiamo un obbligo morale, prima ancora che giuridico e politico, di rendere le nostre prigioni luogo di rinascita individuale”.

Intanto prende forma il Polo giudiziario che dovrebbe essere pronto per il 2026. Il presidente Maurizio Fugatti ha annunciato che entro febbraio sarà avviata la procedura d’appalto per l’affidamento dei lavori, previsti per la fine dell’estate 2024”. Per l’opera sono stati stanziati 60 milioni. “Il progetto esecutivo è completato ed è in corso di approvazione”, ha ricordato. La terza fase del progetto prevede la realizzazione dell’edificio della Procura e del Tribunale di Sorveglianza. L’idea è avviare l’appalto nel 2025. Per quanto riguarda il Polo di Bolzano Fugatti ha spiegato che è stato individuato un immobile ritenuto idoneo vicino al Palazzo di giustizia.