sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Beatrice Branca

Corriere del Trentino, 9 febbraio 2024

Piergiorgio Bortolotti aiutava i detenuti a creare il giornale della Casa circondariale. Alla direzione del carcere non sarebbero piaciuti alcuni articoli critici. Ai volontari Apas è stato rinnovato il permesso di entrare nella casa circondariale di Trento per il 2024. A tutti tranne che allo scrittore Piergiorgio Bortolotti. Nessun avviso, nessuna spiegazione ma solo l’amara sorpresa di non ricevere dopo 10 anni un’autorizzazione che gli permettesse di portare avanti l’attività di “Non solo dentro”, il giornale che dà voce alle storie e ai pensieri dei detenuti e che da ormai cinque anni viene distribuito assieme al settimanale diocesano “Vita Trentina”. “Come Apas abbiamo avuto un ultimo incontro con la direzione della Casa Circondariale il 18 gennaio per chiarire alcune questioni, dopodiché ci è stato detto che ci avrebbero fatto sapere per le autorizzazioni - racconta Bortolotti.

Alla fine sono arrivati i rinnovi a tutti i volontari Apas tranne che a me. Credo che la motivazione derivi da alcuni articoli più critici che sono stati pubblicati sul giornale e da alcuni episodi che si sono verificati nell’ultimo anno e che hanno forse infastidito la direzione. Spero però che l’attività del giornale prosegua anche senza di me”.

Gli articoli incriminati - Ci sono in particolare due articoli scritti dai detenuti che, a detta di Piergiorgio Bortolotti, potrebbero aver creato più scalpore. Uno riguarda la gestione della Casa Circondariale di Trento dove chi scrive avrebbe chiamato in causa la comandante accusandola di “non essere in grado di far funzionare il tutto”. Un inciso che non è stato di sicuro gradito dalla direzione. “In quell’occasione mi sono assunto la responsabilità, dicendo in effetti che potevamo eliminare la frase sulla comandante e che in futuro saremmo stati più attenti - dice Bortolotti -. Ma poi ci sono state altre situazioni in cui non mi sembrava opportuno censurare i detenuti”.

“Bortolotti apprezzato dai detenuti” - E qui arriviamo quindi all’altro articolo che, secondo il volontario di Apas, potrebbe aver infastidito la direzione e che riguardava il malfunzionamento di alcuni campanelli nelle celle di detenzione, nelle zone dedicate all’aria aperta, nella palestra e nelle salette ricreative. Un sistema che permette ai detenuti di chiamare gli agenti quando non sono nei paraggi. Anche in questo caso la direzione avrebbe sollevato alcune criticità a Bortolotti e ad Apas per aver pubblicato il testo. “Ci hanno detto che dovevamo comunicare il problema alla struttura - spiega lo scrittore - e non pubblicare tutto sul giornale, così come avrei dovuto segnalare la situazione prima alla direzione anziché rivolgermi alla garante dei detenuti”. Quella volta era stata infatti la garante Antonia Menghini a comunicare il problema alla direzione che aveva poi provveduto a risolverlo. “In dieci anni Bortolotti è sempre stato molto apprezzato dai detenuti per la sua attività con il giornale e per la difesa dei loro diritti - dice Menghini -. Mi è dispiaciuto sapere che quest’anno non gli è stata rinnovata l’autorizzazione”.

L’impegno nel volontariato - Nell’attesa di comprendere quindi quali siano state realmente le motivazioni che hanno spinto la Casa Circondariale di Trento a non rinnovare l’autorizzazione di accesso, Piergiorgio Bortolotti continua il suo impegno a sostegno dei detenuti. Dal 2016 gestisce infatti un’attività di accoglienza a Calceranica al Lago: una piccolissima realtà che accompagna due ex detenuti alla volta in un percorso di reintegrazione nella società, aiutandoli a riconquistare la propria autonomia e a vedere un futuro oltre le sbarre