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trevisotoday.it, 16 febbraio 2024

Bilancio positivo per il progetto “Attivati”: i partecipanti, tra i 24 ei 50 anni, hanno seguito il corso come operatori di sistemi elettrici ed elettronici. Traguardo importante per la rieducazione e per dare una prospettiva lavorativa al fine pena. Bilancio più che positivo per il progetto “Attivati” che ha visto protagonisti undici detenuti del carcere di Santa Bona a Treviso, coinvolti in un corso di teoria e pratica in laboratorio che li ha formati come operatori di sistemi elettrici ed elettronici. Un percorso professionale che ha consentito loro di ottenere un attestato riconosciuto dalla Regione Veneto che certifica i risultati dell’apprendimento. Il bagaglio di competenze acquisite potrà quindi essere speso al termine della pena per entrare con maggiore facilità nel mercato del lavoro e per meglio reinserirsi nel tessuto sociale.

Capofila del progetto “Attivati” (che rientra nel Programma Gol - Garanzia Occupabilità Lavoratori percorso 4 finanziato dal Pnrr) è Ecipa, ente che si occupa di formazione professionale, con la partecipazione della cooperativa Insieme Si Può e la fondamentale sinergia tra Regione Veneto e casa circondariale Santa Bona, diretta dal dottor Alberto Quagliotto. Il corso si è tenuto all’interno del carcere di Santa Bona, avviato a fine agosto con cadenza periodica è terminato da poche settimane e si è sviluppato per 184 ore. Sono stati coinvolti tre docenti dell’istituto Galilei di Conegliano e i tutor della cooperativa Insieme Si Può.

I commenti - “Il progetto Attivati ha prima di tutto una valenza sociale - spiega la tutor Alice Freschi - sono stati coinvolti undici detenuti, dai 24 ai 50 anni. La formazione ha previsto una parte teorica e una pratica, nonché una verifica conclusiva per ogni modulo affrontato. I docenti hanno portato il materiale, le dispense e i pannelli per allestire piccoli impianti elettrici. Il tutto con la supervisione di noi tutor che abbiamo fatto da intermediari tra i bisogni dei docenti e dei detenuti e l’organizzazione educativa carceraria. Siamo davvero soddisfatti per l’entusiasmo con cui il progetto è stato accolto. Uno dei ragazzi che vi hanno preso parte ha espresso il desiderio, una volta uscito dal carcere, di poter entrare nell’azienda di famiglia”.

I partecipanti hanno quindi imparato ad assemblare e installare apparecchiature, risolvere i guasti di un impianto elettrico, sfruttare tecniche di cablaggio nei sistemi elettrici, avere una buona padronanza del linguaggio tecnico e conoscere la normativa di sicurezza e i dispositivi di protezione. “Voglio ringraziare tutta l’organizzazione e la cooperativa Insieme Si Può per avermi dato la possibilità di vivere questa esperienza davvero preziosa dal punto di vista umano - conclude il professore del Galilei, Luigi De Chiara -, rieducare attraverso la formazione è uno strumento molto utile, i ragazzi ne sono usciti soddisfatti, abbiamo percepito tanto calore, questa è stata un’opportunità professionale e un investimento per il loro avvenire. È stato uno scambio umano e un modo per accendere una speranza per un futuro diverso e migliore”.