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di Massimiliano Di Pace

Il Dubbio, 22 novembre 2023

Il caso più eclatante è quello degli ufficiali giudiziari, per i quali le 1.563 caselle sono effettivamente coperte per meno del 30%, visto che nel nostro Paese, alla data del 9 novembre, ne risultavano operativi solo 457. Vi è un evidente squilibrio nella pianta organica del ministero della Giustizia, secondo i dati comunicati dal dicastero ai sindacati nei recenti incontri per il rinnovo contrattuale, pervenuti al Dubbio. Infatti, per molti profili vi sono percentuali di scopertura rispetto alle posizioni previste a dir poco inquietanti. Il caso più eclatante è quello degli ufficiali giudiziari, per i quali le 1.563 caselle sono effettivamente coperte per meno del 30%, visto che nel nostro Paese, alla data del 9 novembre, ne risultavano operativi solo 457. Ancora più clamorosa è la situazione degli assistenti tecnici, che dovrebbero essere 137, e invece ve ne sono solo 2, così come degli assistenti alla vigilanza di locali e automezzi, il cui numero dovrebbe essere di 32, mentre ne esistono solo 3. Pochissimi sono gli assistenti linguistici, essendocene solo 5 sui 10 previsti (un numero comunque esiguo, se si considera l’elevato numero di stranieri presenti in Italia).

Diventa quindi incomprensibile come sia stato possibile che le 7.003 posizioni di funzionario giudiziario sono occupate da 7.794 dipendenti del ministero, ossia 791 in più di quanto sarebbe necessario. Va detto però che tutte le altre posizioni più o meno apicali dell’amministrazione della giustizia (funzionari Unep, contabili, informatici, statistici, linguistici) il tasso di scopertura oscilla intorno al 25% (ossia una posizione su 4 è scoperta), così come avviene per i direttori, per i quali ne mancano 510 sui 2.044 previsti, pur esistendo, da quanto riferiscono le fonti di chi scrive, 304 soggetti già considerati idonei, e presenti nelle liste risultanti dall’ultimo concorso. Fra i profili dei funzionari, sono quasi tutti a lavoro i 12 destinati all’organizzazione (ne mancano solo 2), mentre quelli tecnici sono in larga parte non operanti (ne servono 45 sui 63 previsti). Ben peggiore è la situazione dei dirigenti, visto che ve ne sono solo 2 di prima fascia, sui 16 previsti, e solo 148 di seconda fascia, sui 393 programmati.

Un’altra figura centrale della macchina della giustizia è il cancelliere, e secondo i dati provenienti dal ministero ne mancano ben 2.377 (sui 5.972 previsti). Considerando i due ruoli più importanti delle posizioni intermedie del personale amministrativo, ossia l’assistente giudiziario (11.278 posizioni) e l’operatore giudiziario (4.647 posti), di nuovo si riscontra una evidente penuria di personale, visto che è scoperto il 27,8% delle posizioni nel primo caso (essendoci solo 8.144 assistenti giudiziari), e il 15% nel secondo caso (lavorano 3.949 operatori).

Emblematica poi è la situazione dell’ufficio del processo, dove sugli 8mila assunti, risulta da più fonti che ben 3mila si sono dimessi, sia perché il contratto è comunque a tempo determinato (2 anni), sia perché la remunerazione non è molto soddisfacente (1.700 euro lordi), tutte circostanze che spingono a cercare nuovi sbocchi professionali. Per avere un’idea complessiva della condizione di difficoltà in cui versa la giustizia italiana, basti considerare che mancano all’appello 10.808 dipendenti sulle circa 43mila posizioni di lavoro previste, ossia il 25% del personale necessario per far andare avanti la macchina della giustizia. In questo contesto, è giusto segnalare che la legge di bilancio per il 2024, attualmente in discussione al Parlamento, non prevede nessuna risorsa aggiuntiva, e non sono quindi previsti nuovi concorsi rispetto a quelli già programmati. Una situazione, dunque, che rende difficile la vita ai cittadini e agli avvocati.