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di Walter Veltroni

Corriere della Sera, 22 giugno 2023

I fragili e la sicurezza: al danno, alla paura per i propri cari, per le vittime si aggiunge poi l’umiliazione dell’essere stati ingannati. Con chiunque mi sia capitato di parlare, in questo periodo, mi sono sentito ripetere la stessa storia. Non narrazione, parola abusata e svilita, storia. Meglio, storie. Nel senso di cose realmente accadute a tantissime persone. Provate a chiedere, ognuno avrà qualcosa di simile da raccontarvi. Si tratta, per lo più, di vicende drammatiche accadute a persone anziane. Reati su cui si abbatte la più pesante delle scuri, la rimozione che deriva dalla vergogna sociale.

Faccio degli esempi. Una nonna viene raggiunta al telefono da una persona che, con voce concitata, dice di avere rapito il nipote. Se non porterà a un suo complice immediatamente tremila euro gli farà del male, molto male. Sullo sfondo, in lontananza, si sente la voce di un bambino che grida disperato “nonna aiutami!”. La signora non ha contante in casa, allora, senza mai far cadere la linea, i delinquenti la “accompagnano” al cellulare fino all’ufficio postale e poi si fanno trovare all’esterno per la consegna del denaro. Una signora di 93 anni viene raggiunta da una telefonata in cui è la voce del figlio adulto, evidentemente montata con l’intelligenza artificiale, che le dice di portare subito dei soldi in un posto dove l’aspetta una persona con la quale ha debiti di gioco.

Un anziano signore viene raggiunto da una telefonata, il numero che appare sullo schermo è quello del figlio, di mestiere commerciante, e una voce gli dice che gli servono subito dei soldi per sbloccare delle merci senza le quali il suo negozio può chiudere. L’uomo, sempre accompagnato dalla voce, esce di casa e va all’ufficio postale. Nel frattempo delle persone si presentano a casa della moglie e dicono che il marito ha avuto un malore per strada e che devono subito pagare l’ambulanza. Mentre la donna cerca i soldi, le ripuliscono la casa.

Mi sono state raccontate decine e decine di vicende così. Siccome riguardano i più fragili, gli anziani, non hanno cittadinanza. Ma sono una specie odiosa di truffa, che si accompagna alle mail civetta, alle telefonate che chiedono di aderire a misteriose offerte, ai cellulari clonati, alle persone che si presentano con targhetta di ditte famose alla porta di casa delle persone e le derubano o le truffano.

La cosa incredibile è che queste organizzazioni, non possono essere semplici delinquenti di strada, dispongono dei numeri di telefono delle persone anziane, dei loro indirizzi, conoscono il nome dei figli e dei nipoti, spesso usano voci originali ricostruite con l’intelligenza artificiale. Al danno, alla paura, per gli anziani si aggiunge poi l’umiliazione dell’essere stati ingannati.

Considero questo tipo di aggressione criminale tra le più odiose, umanamente e socialmente. Colpisce gli anziani, facendo leva sugli affetti più cari, li punisce e li umilia. È carica di pericoli, perché spesso, a chi si ribella, vengono inflitte percosse.

Cosa si può fare? Lo chiedo ai ministri degli interni e della giustizia, per sollecitare la loro attenzione. È adeguato l’apparato normativo e sanzionatorio per assicurare alla giustizia e punire adeguatamente i responsabili di queste malefatte? Certamente si tratta di organizzazioni strutturate, dotate di un know how che applicano in tutta Italia allo stesso modo, certamente usano la rete e i cookies per ottenere dati, informazioni, voci, biografie, collegamenti familiari. Certamente, e qui mi rivolgo ai grandi network, approfittano del candore di persone che non sono a conoscenza dell’esistenza di queste tecniche di truffa. Se nei programmi di intrattenimento popolare, quelli più rivolti a un pubblico anziano, si facesse informazione per allertarli, per raccontare quello che è successo ad altri, sarebbe cosa giusta. Lo stesso dovrebbero fare le istituzioni pubbliche: i comuni nei centri anziani, gli uffici postali e gli ospedali, per informare e mettere in guardia i più fragili. È un’epidemia che va frenata. Il primo modo per farlo è riconoscerla e capirla. E non lasciare solo chi viene colpito.