sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

L’Unità, 28 settembre 2023

L’avvocato civilista Luigi Paccione viene dalla vittoria recente di una causa in Cassazione contro il ministero dell’interno da lui denunciato per aver offeso i cittadini di Bari attraverso il maltrattamento di persone nel Centro di permanenza temporanea di Bari. Nella sala consiliare del Comune di Turi, la sindaca Tina Resta, appena terminata la visita ai detenuti nel carcere della sua città, dice a un’assemblea pubblica organizzata da “Nessuno tocchi Caino” insieme alla visita alla prigione: “Noi non siamo distratti verso la struttura”.

Annuisce quando Rita Bernardini mette in fila: “i bagni senza bidet e senza soffitto, le bocche di lupo (impediscono l’ingresso della luce e dell’aria) il magistrato di sorveglianza (che deve andare a vedere e vigilare sulla legalità della detenzione e non va mai), l’area verde inaccessibile perché mancano “arredi” (che poi sarebbero due sedie e un tavolino) la palestra chiusa, il nessun corso professionale né lavoro edificante, il regolamento dei detenuti che i detenuti sono tenuti a rispettare ma non possono leggere non accessibile per loro da nessuna parte”.

Valeria Piré, direttrice del carcere di Bari dice che il carcere da lei diretto “è completamente al di fuori delle regole da tutti i punti di vista. Non soltanto va chiuso, dovrebbe essere già stato chiuso da tempo. Non rispetta nessun parametro, Completamente non conforme alla legge. Questa barbarie, da gestire tutti i giorni, non rispetta nemmeno la dignità dei lavoratori non solo quella dei detenuti”. Si alza l’avvocato civilista Luigi Paccione: “Ma perché non denunciate?”. Viene dalla vittoria recente di una causa in Cassazione contro il ministero dell’interno da lui denunciato per aver offeso i cittadini di Bari attraverso il maltrattamento di persone nel Centro di permanenza temporanea di Bari.

“La sindaca di Turi ha appena visto nel carcere di Turi erogare da parte dello stato un trattamento illegale ai detenuti? Il Comune di Turi può agire in giudizio davanti a un tribunale. per far verificare se siano o meno rispettati i diritti umani lì dentro. Invito espressamente il sindaco di Turi, se ha rilevato condizioni di illegalità, a denunciare il ministero della Giustizia, nella persona del ministro Nordio. Il Comune di Turi agisca in giudizio perché nel suo territorio lo Stato non violi i diritti inviolabili”. Stesso invito alla direttrice del carcere di Bari, Valeria Piré: “Se la struttura da lei diretta ha delle conclamate illegalità, agisca lei con atti formali per denunciare questa situazione. Esistono delle norme, usiamole. Perché non denunciate?”.