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di Valentina Stella

Il Dubbio, 16 ottobre 2024

Audizione informale ieri in commissione Giustizia della Camera di Riccardo Turrini Vita, nell’ambito dell’esame della proposta di nomina a presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, in particolare sull’accertamento dei requisiti posseduti. Il problema sollevato dalle opposizioni nei giorni scorsi era che ci fosse una “palese incompatibilità che rende fuorilegge” la nomina. Aveva scritto il Partito democratico in un comunicato: “La legge che istituisce la figura del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale è molto chiara. Essa prevede che i membri siano scelti tra persone che non sono dipendenti delle pubbliche amministrazioni e che garantiscano indipendenza e competenza nelle discipline relative ai diritti umani”. Su questo Turrini, sollecitato dalle domande dei commissari, ha replicato: “Io mi sono dimesso il 3 ottobre” dalle funzioni di vicecapo del Dipartimento di Giustizia minorile e di comunità del ministero della Giustizia, “ovviamente non esercito funzioni di vicecapo” al momento e “non rientrerò in servizio perché quando sarà terminato il mandato non avrò più l’età per essere impiegato”.

Alla domanda se, dopo le dimissioni formali, ha avuto una risposta altrettanto formale ha risposto: “Non ho questo riscontro, suppongo che deriva dalla claudicante situazione della direzione generale del personale, ma dovrà essere emanato questo atto e semmai mi farò carico di sollecitarlo”. Dal giorno delle sue dimissioni ha continuato “passo in ufficio a prendere le carte che devo portare via, a chiudere fascicoli, rispondere a email, non faccio certamente attività istituzionale, sarebbero atti nulli forse addirittura in violazione di legge”.

Tuttavia la risposta ha sollevato le critiche della responsabile nazionale giustizia del Pd, Debora Serracchiani, e del capogruppo della Commissione, Federico Gianassi: “La legge prevede che vengano scelti tra persone non dipendenti della Pubblica Amministrazione, tuttavia se le dimissioni ancora non sono state accettate al momento dell’indicazione allora c’è un problema”. Inoltre i dem, oltre ad una incompatibilità formale, ne hanno segnalato anche una “sostanziale, o meglio una inopportunità sul piano della indipendenza della figura che va a ricoprire quel ruolo. Per anni Riccardo Turrini Vita, avendo lavorato al Dap e avendo fatto formazione degli agenti penitenziari, ha indossato la maglia della squadra opposta a quella che di solito indossa il Garante”. Ma il magistrato ha replicato: “In merito all’interpretazione in ordine alle questioni sullo status di “non dipendente” io credo che lo status debba essere presente nel momento in cui il decreto del presidente della Repubblica viene emanato. Questo quantomeno è quanto mi è stato significato dalla presidenza del Consiglio. Una cosa è sicura: io non rientrerò in servizio se questa onorevole commissione ritenga sia opportuno designare altri alla presidenza”.

Sulla questione della indipendenza ha aggiunto: “Sono nato magistrato, sono stato funzionario del ministero, non sono mai stato iscritto a partiti politici, né ad associazioni vicine ad essi. L’unica mia iscrizione è stata all’Anm”. Inoltre “Il vice capo Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità come tutti i vice non esercita funzioni se non in caso di supplenza. Io poi sono stato lì soprattutto per aiutare a riordinare il Dipartimento. Non ho mai fatto accessi a istituti penali minorili, tanto per dire. Peraltro io sono soprattutto noto per essere un esperto dell’esecuzione penale esterna”.

Qualora la sua nomina andasse in porto ha rassicurato: “non la penso completamente con il professor Palma che per lungo tempo ha ricoperto quel ruolo, ma di certo non sono un eversivo. Nella materia assegnata al Garante ho qualche difficoltà a immaginare che qualcuno abbia un contrasto di interesse: si tratta di prevenire violazioni, anche gravi, dei diritti umani”. Soddisfatto delle risposte Devis Dori di Alleanza Verdi e sinistra: “Se è vero che sulle competenze nelle discipline afferenti la tutela dei diritti umani non ha propriamente risposto, mi pare che il resto l’audizione sia stata soddisfacente: è un magistrato, e ha detto di non aver mai avuto prossimità con la politica, quindi mi pare sufficiente così”