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di Giuliano Foschini

La Repubblica, 11 aprile 2024

Il sindacato: “Meglio che da noi”. L’investimento da 36 milioni oltre Adriatico, avrà venti posti. Uilpa: “Siamo basiti, qui manca personale e le strutture con meno di cento detenuti si chiudono”. Consiglio per gli arresti: nel caso, meglio andare in Albania. L’Italia, sull’altra sponda dell’Adriatico, tra qualche mese gestirà un carcere tutto suo, con agenti penitenziari italiani, e con standard molto migliori rispetto a quelli del nostro Paese: celle nuove e spaziose e addirittura due agenti per ogni detenuto, rispetto all’attuale rapporto medio italiano che vuole una guardia carceraria ogni tre, “di giorno. Perché di notte ci sono strutture con otto poliziotti che devono sorvegliare 400-500 detenuti” spiega Gennarino de Fazio, segretario della Uilpa che in queste ore ha denunciato questa incredibile storia albanese.

Il tutto nasce con la legge 14 del 2024 che prevede la realizzazione di strutture in Albania per ospitare i migranti che arrivano in Italia: l’hotspot nel porto di Shengjin e il centro per richiedenti asilo e Cpr di Gjader. Come aveva spiegato Repubblica nei giorni scorsi, si tratta di due opere che - seppur assolutamente inutili per contenere e gestire i flussi - stanno facendo gola a chi gestisce il business dell’accoglienza, gli stessi che da anni sono al centro di campagne da parte dei partiti di centrodestra oggi al Governo. Sul piatto ci sono infatti un sacco di soldi: 36 milioni a base d’asta, che inevitabilmente lieviteranno con le spese di trasporto, di assistenza sanitaria e altre voci non quantificate dal bando. Il cui rimborso è addirittura previsto a piè di lista.

I Centri dovranno essere aperti a fine maggio, quando dovrebbe partire questo protocollo italo-albanese. Ma non saranno le sole novità. In Albania avremo anche un carcere, a Gjader, che dovrà “ricevere i migranti che dovessero rendersi responsabili di reati durante la permanenza nelle strutture gestite dallo Stato Italiano in quel territorio per effettuare le procedure di frontiera o di rimpatrio previste dalle normative”. La capacità massima è di 20 migranti che dovranno essere seguiti da almeno 45 agenti di polizia penitenziaria, oltre probabilmente ad altri uomini delle nostre forze di Polizia. Da qui l’allarme dei sindacati. “Abbiamo appresso la notizia - spiega De Fazio - da una circolare del Dap, il nostro dipartimento. E siamo rimasti basiti: in Italia le carceri con meno di cento detenuti si chiudono, e invece andiamo in Albania a costruirne una con 20 posti appena. Per non parlare della proporzione tra agenti e detenuti, che improvvisamente passa da 1 a 3, come abitualmente è in Italia a 2 a 1”.

“Ma la cosa incredibile - continua il sindacalista degli agenti penitenziari - è che dopo tanto dire su migranti e detenuti che saranno inviati a scontare la pena in stati esteri, i primi a partire saranno gli appartenenti alla Polizia penitenziaria, già mancanti, in patria, di 18mila unità”. Il bando è stato appena pubblicato e le richieste sono già tantissime. Perché anche per gli agenti l’operazione è un affare dal punto di vista economico: “Vitto e soggiorno a carico dell’amministrazione” si legge nella circolare, “e una diaria lorda di missione che varia dai 176 euro al giorno per dirigente ai 130 dei semplici agenti”.