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di Raffaele Orso Giacone

giornalelavoce.it, 10 ottobre 2023

Un costo annuo per gli psicofarmaci di circa due milioni di euro. Le notizie che ci rincorrono in questi giorni ci imporrebbero di parlare della prigione più grande del mondo: la striscia di Gaza in cui sono chiusi 2 milioni di bambini, donne e uomini: una bidonville che contiene persone che non hanno ancora visto la pace.

Per oggi salto anche le notizie delle cronache dei giudizi e dei processi che riguardano i fatti di Ivrea e che sono già oggetto di altre cronache. Mi fermo invece a riproporvi una notizia nascosta che ha dato forma a ciò che temevo ed è apparsa come il risultato di una ricerca seria, condotta con i dovuti crismi della scienza.

“Il carcere sedato”. Si intitola così un articolo di Altreconomia, un giornale che raccoglie notizie su aspetti diversi dell’economia ed è indipendente dagli inserzionisti. I dati raccolti dal giornale presso le varie aziende sanitarie parlano di un costo annuo nelle carceri per gli psicofarmaci di circa due milioni di euro.

I numeri raccolti in 15 istituti italiani fanno emergere una somministrazione di antipsicotici, utilizzati per gravi patologie come il disturbo bipolare, cinque volte superiore rispetto alla popolazione generale. A San Vittore (Milano) dal 2018 al 2022 la spesa è aumentata del 180%, a Torino del 74%. I farmaci prescritti sono soprattutto antipsicotici, il 60% del totale, prescrivibili per gravi patologie come il disturbo bipolare e la schizofrenia e utilizzati cinque volte di più rispetto all’esterno.

 “Anche se i due insiemi della popolazione non sono comparabili, si tratta di una differenza preoccupante”, commenta Fabrizio Starace, direttore del Dipartimento di salute mentale dell’Azienda unità sanitaria locale di Modena e presidente della Società italiana di epidemiologia psichiatrica. “Sono farmaci che servono per ridurre sintomi come i deliri e le allucinazioni - osserva Starace - e sono appropriati per chi ha una diagnosi per psicosi e schizofrenia. Ma a seconda dei dosaggi hanno effetti sedativi importanti: questa spesa così elevata potrebbe essere in parte determinata dal tentativo di evitare una somministrazione più ampia di ansiolitici, come le benzodiazepine, che danno luogo più frequentemente ad abuso e dipendenza”.

Secondo Antigone, però, i detenuti con “diagnosi psichiatrica grave” sono meno del 10% del totale. “Stiamo sedando dei disturbi o dei disturbanti?” si chiede Starace. Anche negli Istituti penali per minori (gli Ipm) la situazione è allarmante. si utilizzano sempre più psicofarmaci. Soprattutto antipsicotici, farmaci prescrivibili per gravi patologie come il disturbo bipolare e la schizofrenia, per cui la spesa pro-capite è aumentata mediamente del 30% tra il 2021 e il 2022: in carcere questo aumento si ferma a meno dell’1%.

Negli Ipm c’è un clima da pronto soccorso e gli operatori non riescono a dare risposte adeguate. Abbiamo trascurato queste strutture negli ultimi anni e ne paghiamo le conseguenze”, osserva Alessio Scandurra, coordinatore dell’osservatorio sulle condizioni di detenzione di Antigone, associazione che ha collaborato nella realizzazione di questa inchiesta. Questi dati sostengono quanto possa essere vera l’osservazione diretta e fanno emergere un carcere pieno di persone sedate. Servirà per la rieducazione?