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di Antonello Martinez

Italia Oggi, 18 luglio 2023

Dal 30 giugno introduzione, teoricamente obbligatoria, della registrazione video e audio di tutte le fasi del procedimento penale. Si tratta di una novità della riforma Cartabia, rilevante sia per gli inquirenti che per i difensori. Abbandonato l’arcaico metodo di trascrizione riassuntiva della verbalizzazione ad opera di cancellieri, funzionari di polizia, si apre il campo alle nuove tecnologie video/audio che in tempo reale consentono di trascrivere tutto con la certezza che non venga persa una sola battuta.

Questa innovazione quindi non solo riduce in modo assoluto i tempi ma va ad assicurare anche la vera applicazione di quelli che sono i cosiddetti diritti fondamentali dei soggetti coinvolti nel processo. Basti pensare ad esempio ad un interrogatorio di una persona indagata laddove potranno essere colte anche le minime sfumature delle dichiarazioni rese e si ridurranno in modo esponenziale tutte le varie interpretazioni sia da parte dell’accusa che della difesa. Le nuove regole si articolano prevalentemente su due livelli.

Da un punto di vista generale operano le previsioni dell’articolo 134 c.p.p. che configura unitamente al verbale la fonoregistrazione e la videoregistrazione come le ordinarie forme di documentazione degli atti. Il terzo comma della norma prevede l’obbligatorietà della fono o videoregistrazione quando il verbale sia redatto in forma riassuntiva, o quando la redazione in forma integrale sia ritenuta insufficiente per le caratteristiche del caso concreto.

Viene quindi abrogato il quarto comma che consentiva la riproduzione audiovisiva solo in casi eccezionali. Il progresso tecnologico cambia così l’assetto codicistico in materia di documentazione degli atti processuali, superando il modello della verbalizzazione cartacea. Ma c’è un ma. In ogni parte della riforma viene ribadito il concetto “fatta salva l’indisponibilità della strumentazione”.

Non solo. Altro elemento di preoccupazione è la totale assenza di sanzioni nel caso in cui non siano disponibili le attrezzature atte alla riproduzione audio e video (capita ancora oggi di assistere alla verbalizzazione manuale di una deposizione perché il computer in dotazione non funziona o addirittura l’unica macchina da scrivere disponibile è rotta). Una riforma importante, dunque, che rischia però di rimanere lettera morta.