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L’Osservatore Romano 4 ottobre 2023

L’arcivescovo Caccia all’Onu: rispetto della dignità umana per i detenuti. La pena di morte è “inammissibile”, in quanto attacco all’inviolabilità e alla dignità della persona. Papa Francesco lo ha evidenziato più volte nei suoi interventi, l’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite, lo ha ribadito a New York nel corso della settantottesima sessione dell’Assemblea generale dell’Onu, in riferimento all’agenda dedicata alla prevenzione del crimine e alla giustizia penale.

Ricordando come le autorità pubbliche abbiano “il diritto e il dovere” di infliggere pene in base alla gravità deí crimini, monsignor Caccia ha evidenziato come, nel farlo, debbano “limitarsi ad applicare solo quelle misure” che proteggano il bene comune e rispettino la dignità umana. In tale ottica, ha aggiunto, la Santa Sede accoglie “con favore” lo sviluppo di sistemi di detenzione che assicurino “la dovuta protezione dei cittadini”, ma che non privino “i colpevoli della possibilità di redenzione” e reinserimento sociale.

Esprime al contempo preoccupazione per le condizioni subite dai detenuti all’interno di molti sistemi di giustizia penale, che riflettono la nostra realtà “di indifferenza” e costituiscono un “chiaro esempio di cultura dell’usa e getta”, in cui i detenuti vengono “scartati ed espulsi dalla società”. L’obiettivo rimane quello di offrire un “orizzonte di speranza” per tutti.

In un’altra dichiarazione, in merito all’agenda dedicata al contrasto dell’uso a fini criminali delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, l’osservatore permanente ha reiterato in particolare la condanna “con la massima fermezza” della produzione, della distribuzione e dell’uso della pornografia infantile, aggravata - attraverso i software - da “immagini simulate di abusi sessuali su minori, che alimentano ulteriormente la domanda di tali materiali”.