di Paolo Siani e Samuele Ciambriello
La Repubblica, 15 marzo 2023
Il testo per tutelare i minori reclusi in cella con le mamme è fermo in Parlamento. In commissione Giustizia della Camera è stata rimandata la procedura d’urgenza per la votazione in aula della proposta di legge per evitare il carcere ai bambini fino ai 6 anni che insieme alle madri sono costretti a vivere in regime di detenzione, piuttosto che in strutture protette. La proposta di legge a mia prima firma fu presentata al Parlamento, durante la scorsa legislatura, e approvata il 30 maggio 2022, pochi mesi fa, con 241 voti favorevoli e soltanto 7 contrari. Quindi quasi all’unanimità. Ora rischia di decadere per sempre.
In Campania c’è una delle case a custodia attenuata con madri e bambini (Icam), in provincia di Avellino, dove attualmente ci sono dieci detenute madri con undici figli e nel corso della scorsa legislatura la commissione bicamerale infanzia si recò in visita presso la struttura proprio per rendersi conto delle condizioni delle mamme e dei bambini, questi ultimi innocenti, reclusi.
Il gruppo Fratelli d’Italia che pure aveva votato quella proposta di legge, anche se non compatti, ha presentato degli emendamenti in commissione Giustizia che stravolgono completamente il senso di quella legge. Gli emendamenti in sostanza tolgono al giudice la discrezionalità sui singoli casi e introducono degli automatismi che privano le madri detenute che sono recidive della possibilità di accedere con i loro bambini alle case famiglie. È evidentemente un grave passo indietro come ha dichiarato l’onorevole Zan in commissione.
Noi ci rivolgiamo alla politica e in particolare a quei parlamentari che nella scorsa legislatura approvarono quella legge, con grande senso di responsabilità e che oggi siedono ancora in Parlamento, affinché sia garantito il supremo interesse del minore, affinché senza essere snaturata la legge possa essere approvata in fretta così come è. È necessaria una legge che tuteli quei bambini innocenti che oggi sono rinchiusi in un carcere con le loro mamme. La psicologia infatti ci avverte che esiste la “sindrome da prigionia”: per cui i bambini detenuti possono sviluppare difficoltà nel gestire le emozioni, e senso di inadeguatezza, di sfiducia, di inferiorità, che si accompagnano a un tardivo progresso linguistico e motorio, causato dalla ripetitività dei gesti, dalla ristrettezza degli spazi di gioco, dalla mancanza di stimoli.
Vogliamo tutelare quei bambini che sono costretti a vivere i primi anni della loro vita, quelli decisivi per il loro sviluppo psicofisico in un carcere. La proposta di legge, piuttosto avanzata rispetto agli altri Paesi europei, offre uno strumento giuridico per dimostrare che il Parlamento vuole lottare per tutti gli innocenti, iniziando proprio dai bambini. i bambini hanno il diritto di essere allevati dalla propria madre, in un ambiente che può offrire una positiva preparazione alla vita adulta. Vi chiediamo di non rendere vano un lavoro lungo e difficile, durato oltre due anni. E di dare una speranza a questi bambini, così duramente segnati Evitiamo il paradosso che mentre lo Stato cerca di rieducare la mamma condanna un bambino innocente a vivere in un carcere. Si tratta di una questione di civiltà.