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di Claudio Mencacci*

Corriere della Sera, 22 gennaio 2024

Più di 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo psichico diagnosticato. Ansia e depressione rappresentano oltre il 40% delle diagnosi. Bisogna avere chiaro che la salute mentale è un diritto fondamentale, un lascito di civiltà alle future generazioni. I dati epidemiologici evidenziano che la gran parte dei disturbi psichici continuativi hanno il loro esordio negli anni dell’adolescenza e della giovane età adulta.

Che i disturbi mentali esordiscano per lo più in età evolutiva è un dato accertato, altrettanto che spesso evolvono in età adulta per un nutrito numero di concause. Come confermano sia le evidenze cliniche sia gli studi sulla plasticità del sistema nervoso, in nessuna altra fase della vita l’interazione tra dotazione innata e ambiente è così determinante come nel corso dello sviluppo e richiede quindi attenzione e interventi mirati. Accanto alla prospettiva trasversale (quella del momento della valutazione), è necessaria la prospettiva longitudinale.

Coniugata con l’attenzione alla specificità dello sviluppo, la prospettiva life span ha consentito di individuare in molte patologie la presenza di finestre evolutive, ovvero di periodi di maggiore sensibilità e trasformabilità delle funzioni e delle competenze, connesse al timing dello sviluppo neurobiologico e psichico e al loro intreccio con la neuroplasticità, e conseguentemente diverse a seconda del singolo disturbo.

La “malleabilità” cerebrale dell’adolescenza può essere immaginata come una lente d’ingrandimento su cui possono interferire nel percorso di sviluppo stress di diversa natura (emotiva, tossica, relazionale) con effetti che possono prolungarsi nel tempo. Negli ultimi anni ci sono stati un rilevante incremento delle richieste di diagnosi e interventi per disturbi neuropsichici dell’età evolutiva e un rapido cambiamento nel tipo di utenti e famiglie e dei loro bisogni. In nessun’altra area della medicina si è assistito a un aumento degli accessi ai servizi così rilevante.

È drammaticamente incrementata la prevalenza di episodi depressivi e ansiosi, oscillazioni dell’umore, psicosi, dipendenze da sostanze o comportamentali (internet), autolesionismo, disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, isolamento in casa, aggregazione in bande.

Appare quindi fondamentale strutturare una Psichiatria dell’età di transizione dai 15 ai 24 anni. Ne deriva la necessità di collaborazione tra psichiatria e neuropsichiatria infantile e la capacità di sviluppare integrazione nell’ambito dell’area salute mentale, in particolare nell’area giovani e adolescenti, dove rientrano anche la pediatria, i servizi per le dipendenze e la psicologia clinica. Campagne di sensibilizzazione nelle scuole, screening per disturbi mentali, maggiore informazione ai genitori, riconoscimento precoce dei disturbi, creazione di equipe multidisciplinari sono tra le risposte da implementare coinvolgendo le Istituzioni.

*Co-Presidente Società Italiana di Neuropsicofarmacologia