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di Gennaro Grimolizzi

Il Dubbio, 21 aprile 2022

Italia in prima linea in un progetto animato da esperti e accademici di 40 università. Accademici e giuristi uniscono le forze per dare un contributo in favore della popolazione dell’Ucraina, dove le violazioni dei diritti sono ormai una triste e quotidiana realtà. L’Italia è ancora una volta in prima fila con la creazione di una task force che avrà il compito di analizzare le norme e i meccanismi processuali ucraini e internazionali. Per raggiungere l’obiettivo verranno presi in considerazione i diversi meccanismi giuridici di indagine volti a garantire la protezione dei civili e perseguire gli autori dei crimini di vario genere commessi.

Nell’impegnativo progetto saranno coinvolti i protagonisti del mondo universitario e giuridico: docenti, ricercatori, giudici e giuristi dell’Ucraina, di altri Paesi europei e degli Stati Uniti. A svolgere un ruolo propulsore è l’Universities network for children in armed conflict (Unetchac), che già da qualche anno ha riunito università e istituti di ricerca impegnati in tutto il mondo per proteggere i bambini che vivono nei Paesi afflitti dai conflitti armati.

La rete di Unetchac comprende oltre quaranta Università e centri di ricerca in Europa, Medio Oriente, Africa, Nord e America Latina. È impegnata, tra le varie cose, a far conoscere le conseguenze che patiscono i bambini delle aree in guerra sia quando sono vittime dirette sia quando, indirettamente, sono colpiti da violazioni riguardanti le loro famiglie e comunità. Si pensi al fenomeno dell’abbandono scolastico precoce. Sull’iniziativa in favore dei bambini ucraini la mobilitazione è massima tanto nel Paese aggredito dall’Armata russa quanto nel resto dell’Europa.

Oksana Holovko-Havrysheva, docente del dipartimento di Diritto europeo dell’Università Franko di Leopoli, invoca l’intervento rapido della giustizia internazionale, senza tralasciare la primazia della giurisdizione nazionale. “Ciascuno dei crimini - evidenzia - compiuti dalle forze militari russe nel territorio dell’Ucraina, specialmente i crimini contro i civili, devono essere perseguiti in tutto il mondo, nelle Corti Penali nazionali e internazionali” Alla iniziativa di Unetchac hanno aderito i ricercatori degli atenei di Kiev e Leopoli. Saranno costantemente in contatto con alcune prestigiose realtà accademiche. In Italia daranno il loro supporto la John Cabot University, l’Università di Perugia, l’Università di Genova, l’Università degli Studi Federico II, l’Università L’Orientale di Napol., l’Università di Trento, l’Università Sant’Anna di Pisa e l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.

Un contributo verrà fornito pure dai giudici Giulio Adilardi (presidente del Tribunale di Rovereto) e Stefan Tapeiner, (presidente della Sezione Penale del Tribunale di Bolzano). Inoltre, fanno sapere da Unetchac, si stanno rafforzando i contatti con alcuni docenti universitari di Odessa, che, nonostante il pericolo costante di un attacco militare, hanno assicurato la realizzazione di alcune ricerche nel territorio di competenza.

Il gruppo di lavoro sarà impegnato a sviluppare un’analisi comparativa del diritto penale degli Stati membri dell’Unione europea, attraverso un esame dell’adeguamento interno delle legislazioni penali dei singoli Stati allo Statuto di Roma della Corte penale internazionale (Cpi) e dei crimini internazionali contemplati. Verrà dedicato spazio all’esame comparativo dei sistemi normativi e delle pratiche degli Stati membri dell’Ue poste in essere dopo il riconoscimento della protezione temporanea alle persone in fuga dall’Ucraina sulla base della normativa europea, che prevede, in particolare, l’accoglienza dei minori.

“Purtroppo - commenta la professoressa Laura Guercio, membro del comitato di coordinamento della Unetchac e coordinatrice scientifica della task force - le guerre non sono nuove e non sono nuovi i drammi che i civili, soprattutto i bambini, vivono a causa delle guerre. Dobbiamo dire, però, che noi europei per molto tempo abbiamo creduto di essere immuni dalle guerre e dalle malattie. Ora, invece, abbiamo capito che non siamo esenti a nulla di questo. Come si è impegnato su altre situazioni di guerra, il network si impegna sulla guerra in Ucraina che ha indubbiamente risvolti umani e giuridici importanti per il sistema delle relazioni internazionali”. Guercio sottolinea l’importanza del coinvolgimento delle università. “Lavoreranno - afferma - per il potenziamento delle misure contrastanti e giudicanti le gravi violazioni dei diritti umani, in particolare contro i bambini, per contribuire a fermare la catena di violenze e crimini in Ucraina. I professori e i professionisti coinvolti lavoreranno per l’elaborazione di un rapporto di analisi dei sistemi giuridici e delle misure pratiche da adottare per l’accertamento e giustiziabilità dei crimini, da qualunque parte siano commessi nel territorio ucraino, e per il miglioramento dei sistemi volti a dare tutela ai minori. Il lavoro durerà due mesi, al termine del quale saranno proposte raccomandazioni di azioni concrete alle istituzioni nazionali e internazionali. Speriamo con questo lavoro di contribuire al lavoro importantissimo già portato avanti dalle autorità nazionali ucraine e dalle istituzioni internazionali”.