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di Federico Berni

Corriere della Sera, 18 gennaio 2024

Il padre di Ilaria Salis in cella a Budapest: “Calpestati i suoi diritti”. È accusata di aver aggredito degli estremisti di destra. Lei si dice estranea alle accuse. Quello che più gli sta a cuore, oltre alle sorti di sua figlia, è sottolineare che in gioco “ci sono i diritti civili di una cittadina italiana”, che vengono “calpestati in Europa”, nel “silenzio delle nostre istituzioni”. Roberto Salis lotta perché la figlia Ilaria venga riportata in Italia.

A febbraio 2023, la 39enne, maestra elementare a Milano, è stata arrestata a Budapest, dove, in quei giorni, si erano radunate formazioni neonaziste da tutta Europa, per una commemorazione storica (la “giornata dell’onore”). La donna partecipava, come antifascista, a una contromanifestazione. È accusata di aver aggredito fisicamente due estremisti di destra, assieme ad altri manifestanti. Da quasi un anno si trova in carcere in Ungheria, in condizioni che il padre definisce “disumane”.

Per quanto faccia male ripeterlo, ci può raccontare cosa ha saputo della detenzione?

“Quando è stata arrestata è stata messa in una cella in isolamento. Per 8 giorni è rimasta coi vestiti sporchi, senza niente per l’igiene personale. Per 35 giorni senza indumenti puliti e asciugamani. Fino a settembre non abbiamo potuto comunicare con lei. Il 29 gennaio ci sarà il processo: gli atti non sono tradotti, il materiale a disposizione degli avvocati è incompleto”.

Quando ha visto Ilaria l’ultima volta?

“Era il 26 novembre. L’ho vista provata. Pallida e dimagrita”.

Cosa le ha detto?

“Ci ha fatto forza, non vuole che ci preoccupiamo, soprattutto sua madre”.

Rispetto alle accuse come si dichiara?

“Si è detta estranea. Agli atti c’è un video nel quale non si riconosce nemmeno. Erano tutti a volto coperto. Non c’è un testimone. Le vittime hanno riportato lesioni lievi, guarite in pochi giorni, e nessuno ha presentato una denuncia. In un caso così, senza querela di parte, in Italia non sarebbe nemmeno indagata. E invece, in Ungheria rischia fino a 24 anni di carcere”.

Così tanto?

“Già. Per lesioni lievi, da 2 a 8 anni. Se ripetute, sale a 12. Quando è stata prelevata, era in un taxi con altri ragazzi, tra cui una già coinvolta in un altro processo per fatti simili, e questo ha fatto salire il conteggio a 24. A molti neonazisti che hanno messo a ferro e fuoco la città non è stato fatto nulla. Lei viene dipinta come una criminale. In Italia è stata definita anarchica, il “nuovo Cospito”. Certi titoli contro i quali valutiamo azioni legali. Ilaria è un’antifascista, che ha il coraggio di manifestarlo. Ma il punto non è solo quello”.

E qual è?

“Al di là del merito delle accuse, qui parliamo di una cittadina italiana che è stata privata dei suoi diritti fondamentali. Mi sarei aspettato una mobilitazione bipartisan”.

Invece?

“Da una certa parte politica si sono tirati fuori. Ho mandato pec alla presidenza del Consiglio, ai ministri degli Esteri e della Giustizia. Mai nulla, neanche un sms. Un sito di neonazisti ha pubblicato l’indirizzo di casa di mia figlia. Io stesso non concedo interviste in casa per tutelare la mia famiglia, nessuno si è fatto vivo”.

C’è stata la mobilitazione della senatrice Ilaria Cucchi e di molti cittadini, anche personaggi in vista che hanno firmato una petizione on line.

“Ma soprattutto quella degli amici nostri, e di Ilaria. Abbiamo scoperto che sono in tanti a volerci bene”.