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di Flavia Amabile

La Stampa, 16 gennaio 2024

Il ministro dell’Istruzione e del Merito: “C’è la ferma volontà di ridare valore al voto di condotta. Sul colloquio orale della maturità terremo conto delle criticità emerse lo scorso anno”. Un nuovo fronte rischia di aprirsi nel mondo della scuola, è l’istruzione per stranieri. È il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ad ammettere che, su questo versante, le cose non funzionano e “occorrono forme diverse”.

Nelle scuole italiane esiste “il mito dell’inclusione” che non ha dato i risultati sperati, ha affermato Ernesto Galli Della Loggia. Che ne pensa?

“L’inclusione è un valore importante della scuola costituzionale, la nostra scuola. Perché sia effettiva, però, e non solo declamata, è necessario che si creino le condizioni per una didattica più efficace che consenta di contemperare le esigenze di tutti gli studenti. Per gli alunni con disabilità, per esempio, prevediamo docenti adeguatamente specializzati e un sistema che consenta la continuità didattica. Per gli stranieri i dati ci dicono che l’attuale sistema non funziona, occorrono forme diverse”.

La riforma dei tecnici è ferma al Senato. Quando partirà?

“La riforma dovrebbe essere approvata definitivamente entro fine febbraio e andare in vigore dal prossimo anno scolastico, con l’obiettivo di ridurre il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, offrire più rapidamente maggiori opportunità di impiego ai nostri giovani e rendere più competitivo il sistema imprenditoriale. Nel frattempo siamo partiti il 7 dicembre con una sperimentazione: le scuole che hanno presentato domanda di adesione dovranno dimostrare di aver costruito una filiera formativa che coinvolga Its e impresa per costruire un percorso formativo integrato”.

La sperimentazione prevede quattro anni di studio, la stessa formula che in passato non ha avuto molto successo. Ha senso andare avanti comunque?

“I progetti presentati sono ancora in corso di verifica. Quello che posso dire è che la risposta che è giunta dalle scuole è stata molto importante, oltre le aspettative. In passato non esisteva il collegamento strutturale in filiera con gli Its, non c’era il collegamento con l’impresa e si comprimeva il programma precedentemente pensato per 5 anni. Ora abbiamo costruito un percorso di 4 anni più 2 che alza ulteriormente il livello di formazione e si privilegia la qualità rispetto alla quantità, con programmi del tutto nuovi per il quadriennio, potenziando l’alternanza scuola-lavoro, senza dimenticare il rafforzamento degli insegnamenti in italiano, matematica e inglese, le tre materie di base dove esiste il maggiore divario rispetto agli altri Paesi. Ci saranno più docenti a disposizione perché è a invarianza di organico, ci sarà molta internazionalizzazione e sosterremo la ricerca e l’innovazione con una sezione al ministero impegnata in questo ambito”.

Il liceo del Made in Italy, molto caro a Fratelli d’Italia, non sembra aver avuto grande successo. Solo poche scuole hanno attivato il nuovo corso di studi...

“Attendiamo i dati definitivi nei prossimi giorni, ma i numeri per ora sono incoraggianti. Anche in questo caso i tempi sono stati molto stretti, eppure vi è stata una risposta che dimostra una grande progettualità e voglia di innovazione”.

Tempi lenti anche per il voto in condotta. Dopo essere stato annunciato lo scorso anno, è fermo in Senato e si teme che non riesca a entrare in vigore da settembre.

“Questa settimana in Commissione al Senato inizieranno le audizioni. C’è la ferma volontà di arrivare rapidamente alla sua approvazione per cambiare radicalmente l’istituto della sospensione e ridare valore al voto di condotta. Il nostro obiettivo è attuare la riforma dal prossimo anno scolastico”.

Con il dimensionamento avete scatenato una mezza rivolta nelle scuole...

“Era una delle condizioni richieste dal Pnrr, non l’abbiamo inventato noi. Non è stato facile ma alla fine tutte le regioni l’hanno accettato grazie a una gestione caratterizzata da grande dialogo e grande equilibrio”.

In alcune regioni come Lazio, Puglia e Campania si contesta, invece, proprio l’assenza di dialogo e l’equilibrio è una delle carenze di questa riforma che colpisce principalmente il Sud.

“In alcune regioni del Sud l’ultimo dimensionamento significativo risale a molti anni fa, mentre altre regioni al Nord si erano già attivate: questo ha fatto la differenza nell’impatto. In ogni caso vorrei sottolineare che non si chiude nessuna scuola, contrariamente a quello che si è detto, e che il servizio verrà potenziato perché si eliminano le reggenze e nelle scuole accorpate ci sarà un vicepreside vicario che sarà un docente esonerato dall’attività didattica”.

Una persona che però non ha potere di firma.

“La firma può essere apposta anche in forma digitale e, mentre prima il preside doveva correre da una scuola all’altra, ora invece si semplifica il suo lavoro perché non avrà due bilanci, due contrattazioni sindacali, due pubblicità di atti”.

Un anno fa lei aveva promesso di affrontare il problema dei ritardi nel pagamento delle supplenze brevi, invece ancora oggi molti supplenti ci stanno scrivendo di non aver ricevuto nulla.

“L’11 gennaio Noipa ha fatto una emissione straordinaria, come avevamo promesso, per mandare in pagamento le posizioni inevase a dicembre. Si tratta purtroppo di un problema strutturale che coinvolge più istituzioni e che si ripresenta dal 2013 con ritardi anche più gravi di quelli di quest’anno. Ho chiesto che venga risolto in via strutturale e gli uffici del mio Ministero, d’intesa con il Mef, stanno lavorando per arrivare a una soluzione definitiva. Queste supplenze hanno una caratteristica rispetto alle altre supplenze, e cioè l’imprevedibilità: nessuno può sapere quando gli insegnanti titolari dovranno essere sostituiti”.

Si potrebbe però almeno chiedere scusa a questi insegnanti che sono in grave difficoltà pur avendo fatto il loro dovere.

“È una situazione inaccettabile e sono ben consapevole che si tratta di un problema che crea serie difficoltà, ma se non sono stati capaci di risolverlo in 11 anni diversi governi vuol dire che è una questione molto complessa. Noi saremo il primo governo a trovare una soluzione strutturale”.

Esiste una circolare del ministero del 1969 ancora in vigore che vieta di dare compiti nei fine settimana, eppure i compiti vengono assegnati suscitando spesso polemiche con i genitori. Che ne pensa?

“Pur rispettando l’autonomia scolastica, è un tema molto importante su cui il ministero ha avviato un approfondimento”.

È tempo di annunciare la prossima maturità. Ci saranno novità?

“Ci limiteremo a una manutenzione della versione attuale. Nel colloquio orale terremo conto delle criticità emerse lo scorso anno”.