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di Ivan Grozny Compasso

padovaoggi.it, 25 gennaio 2024

Le associazioni radicali di Padova, Verona e Venezia hanno aderito allo sciopero della fame promosso da Nessuno Tocchi Caino, come atto nonviolento di protesta. L’ultimo risale all’agosto 2015 quando il leader Marco Pannella digiunò per gli stessi motivi. I Radicali tornano a pratiche e proteste che ne hanno contraddistinto la storia politica. Le associazioni radicali di Padova, Verona e Venezia hanno infatti aderito allo sciopero della fame promosso da Nessuno Tocchi Caino, come atto nonviolento. I tre segretari, Vincenzo Vozza, Marco Vincenzi e Samuele Vianello, dopo aver promosso con iscritti e simpatizzanti le visite agli istituti carcerari di Padova, Vicenza e Venezia aderendo all’iniziativa nazionale dei radicali “Devi vedere!”, e organizzato un dibattito sul tema con Nessuno Tocchi Caino, hanno deciso di aderire allo sciopero della fame indetto dall’associazione: “Vogliamo denunciare l’indifferenza dimostrata dalla società, a cominciare dalle istituzioni fino alla politica e ai mezzi di comunicazione, sullo stato delle carceri italiane, sul sistema penitenziario italiano e sulle condizioni psico-fisiche dei detenuti”.

Il primo sciopero della fame di Marco Pannella, storico fondatore e leader del Partito Radicale, risale al lontano 8 novembre del 1969 in occasione della battaglia per il divorzio. L’ultimo risale all’agosto 2015, una protesta riguardo le condizioni dei detenuti nelle carceri. Quasi cinquant’anni in cui il leader radicale ha alternato digiuni e scioperi della sete per portare avanti le battaglie che contraddistinguevano il partito Radicale. Il digiuno più lungo è quello risalente al 2011, quando Marceo Pannella, al tempo ottantunenne, digiunò per 3 mesi quasi completamente, ingerendo solo liquidi. Lottava per un’amnistia per i detenuti. Dal 2011 le battaglie su giustizia, condizioni dei detenuti nelle carceri e amnistia erano diventata una questione centrale per Pannella e i Radicali.

Così se da una parte l’iniziativa ci riporta al passato dall’altra segna una continuità nelle vicende politiche dei Radicali. La notizia che associazioni territoriali dei Radicali hanno scelto di riprendere questa pratica non violenta per protestare contro la condizione dei detenuti arriva lo stesso giorno in cui a far notizia è l’ennesimo suicidio in carcere. “La difesa dei diritti dei detenuti e della loro dignità è fondamentale per uno Stato di diritto, anche se l’Italia ha già subito diverse sanzioni dalla Corte Europea. Tramite lo sciopero della fame, noto come Satyagraha, vogliamo attirare l’attenzione sulle drammatiche condizioni di vita negli istituti di pena in Italia, per cercare un dialogo con i rappresentanti istituzionali che possono intervenire rispetto alla piaga del sovraffollamento e all’indifferibile problema delle carenze di personale di ogni professionalità: agenti, educatori, direttori, assistenti sociali, mediatori culturali, medici e operatori sanitari, magistrati di sorveglianza”, fanno sapere attraverso una nota i radicali di Padova, Verona e Venezia. “Ci rivolgiamo al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, ad ogni membro del Parlamento e del Governo, affinché il numero totale dei detenuti sia rapidamente ricondotto alla capienza legale, per regolarizzare così un’esecuzione penale oggi totalmente al di fuori dei parametri costituzionali italiani e convenzionali europei, mortiferi e in violazione della dignità umana. In particolare, sosteniamo la proposta di legge sulla liberazione anticipata speciale (che contiene modifiche anche di quella ordinamentale) presentata da Roberto Giachetti il quale, insieme a Rita Bernardini, partecipa al Satyagraha iniziato oggi, 23 gennaio 2024. Facciamo nostre anche tutte le altre proposte normative che raggiungano lo stesso obiettivo di diminuire la popolazione reclusa e migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutta la comunità penitenziaria”.