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di Silvia Madiotto

Corriere del Veneto, 31 agosto 2023

Ieri mattina il sottosegretario alla giustizia Andrea Ostellari ha visitato la casa di reclusione e la casa circondariale di Padova, il giorno dopo una grave aggressione nella struttura, ha portato la sua solidarietà agli agenti e e parlato del piano del governo per allentare la tensione nelle carceri: “Sono previste nuove assunzioni di guardie penitenziarie e un rafforzamento dell’assistenza e formazione ai detenuti”.

Senatore Ostellari, che situazione ha trovato a Padova?

“Un clima di grande collaborazione. Sono venuto a portare un saluto e la mia solidarietà a tutti i poliziotti e al personale della struttura. Momenti di tensione accadono in molti istituti, purtroppo, ma aggressioni e intemperanze non sono tollerabili. Le criticità del sistema derivano da anni di sostanziale disinteresse da parte della politica e stiamo intervenendo. Credo che sia necessario però, da parte di tutti, sottolineare le molte cose positive che si realizzano. Stiamo cercando di raggiungere un obiettivo importante: migliorare il sistema, partendo dai posti vacanti. A settembre terminerà il corso di formazione per 57 nuovi direttori. Uno di questi verrà assegnato alla casa circondariale di Padova”.

Dai familiari dei detenuti e dal personale arrivano segnalazioni di criticità all’interno delle strutture. Come pensate di intervenire?

“Le linee sono due: rispetto delle regole e tutela dei diritti. In primo luogo, vogliamo dare maggiore protezione agli operatori e a chi rappresenta lo Stato, e che troppo spesso viene aggredito”.

In che modo agirete?

“Prevedendo sanzioni maggiori per chi usa violenza nei confronti delle forze di polizia e del personale, perché questo diventi un deterrente. Da settembre procederemo all’applicazione della circolare sulla media sicurezza che prevede la permanenza in cella dei detenuti quando non svolgano attività lavorative e formative. Ma vogliamo pensare anche ai diritti dei detenuti e a un carcere più moderno. Le telefonate ordinarie aumenteranno da 4 a 6 al mese. Ogni direttore potrà ampliare questa concessione e usare le telefonate come strumento trattamentale, in base al bisogno del soggetto”.

Altra criticità emersa è la “riabilitazione”, della formazione in carcere...

“Stiamo affrontando il tema del lavoro attraverso una cabina di regia con il Cnel per cercare di attrarre ancora più imprese nel circuito, facendo conoscere loro i benefici, anche fiscali, delle assunzioni. Il lavoro incide sulle recidive, le abbassa del 98%. È anche attraverso il lavoro che costruiamo la nostra comunità”.

Un problema datato è quello del sovraffollamento. Come pensate di intervenire?

“Non si risolve con leggi svuota-carceri, ma investendo su formazione e lavoro, gli unici strumenti per mostrare ai detenuti che hanno un futuro”.

E in tempi brevi?

“Non ci sono vie più facili ma stiamo mettendo su questo fronte il nostro massimo impegno. Il carcere è un luogo di rieducazione, non solo di detenzione. Investire in formazione è una strada più lunga, ma dà risultati concreti”

Anche in Veneto emergono criticità. Proteste, litigi, situazioni igienico sanitarie precarie. E i familiari si sentono trattati in modo poco umano...

“Sono in programma investimenti anche sull’edilizia carceraria per modernizzare e adeguare le strutture. È in corso un monitoraggio da parte del ministero. Luoghi migliori consentono trattamenti migliori. Sono però convinto che sia importante raccontare il mondo del carcere non solo nei suoi aspetti negativi. Qui ci sono persone che offrono percorsi di speranza”.

Le rivolte dei detenuti sono arrivate anche a Vicenza, Padova e Verona. Il Veneto è diventato una polveriera?

“No. Purtroppo sono episodi che accadono in tutto il Paese e questo perché sono in aumento i soggetti problematici, che non accettano di attenersi alle regole. Ad oggi, alle intemperanze segue il trasferimento, ma non risolve il problema. Creeremo percorsi riservati e reparti dedicati, alleggerendo la pressione sui reparti ordinari, con l’assistenza di personale medico, psicologi ed educatori”.

Aumentando il personale?

“Chiederemo una mano al ministero della Sanità e alle Regioni. Nelle carceri ci sono persone che vanno curate, l’assistenza deve essere di qualità”.

Sono in arrivo più fondi?

“Arriveremo entro fine anno a 3.450 assunzioni. Coinvolgeremo anche altri ministeri, penso a quello degli Interni per i lavori di pubblica utilità negli enti locali. Per quanto concerne gli istituti minorili abbiamo riaperto quello di Treviso e il prossimo anno dovremmo inaugurare quello di Rovigo. Sarà un Ipm moderno”.