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di Antonella Gasparini

Corriere del Veneto, 26 febbraio 2024

Il racconto di un giovane trasferito dal carcere lagunare a quello di Verona e poi ricoverato in gravi condizioni. I Garanti dei detenuti: grave. Esposto in procura. Ha rischiato la vita, pieno di botte e lesioni, alla testa, al volto, sul corpo, con la milza spappolata. Un detenuto 23enne del carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia è arrivato in queste condizioni alla casa circondariale di Montorio, a Verona. È successo circa una settimana fa ma lui, ricoverato all’ospedale veronese di Borgo Roma, dove si trova ora, ha potuto raccontare cosa gli era accaduto solo di recente, uscito dalla terapia intensiva quando i medici lo hanno dichiarato fuori pericolo.

La prognosi era riservata all’arrivo all’ospedale di Verona, a causa dell’emorragia interna per la rottura della milza e per le condizioni serie riscontrate dai medici. Il detenuto, veneziano con origini dell’Est Europa, ha raccontato ai familiari e al suo avvocato, Anna Osti, di essere stato picchiato dagli agenti del penitenziario. “Sono stato portato in una stanza del carcere di Venezia e pestato dalle guardie del penitenziario”. Per questo, e a seguito delle indagini fatte dalla sua difesa, con la legale sporgerà denuncia. Anche se fuori pericolo di vita, precisa Osti, il giovane resterà ricoverato ancora poiché i medici temono che un’eventuale altra aggressione, mentre è in stato di convalescenza, possa essergli fatale.

Il legale: faremo denuncia - Poco più che ventenne, già all’epoca della condanna per una rapina commessa alla sala slot di Spinea (Venezia) nel 2019 - pistola in pugno, passamontagna e cassiera rinchiusa in un ripostiglio - i legali si erano battuti per risparmiargli il penitenziario, viste le sue fragilità. Avevano chiesto venisse messo in una struttura alternativa che provvedesse al recupero, la riabilitazione e al suo reinserimento in società. Ma non l’ottennero. E, dopo il racconto del suo pestaggio, l’avvocato Osti torna a ripetere che il carcere non sempre si può considerare un posto adatto alla ricostruzione di una persona. “Questo è un nuovo caso Cucchi - afferma la legale - E se fosse morto?”. La famiglia del giovane ora chiede giustizia e verità e adesso sarà la procura a chiarire come sia potuto accadere un fatto simile al Santa Maria Maggiore, individuando i responsabili.

I Garanti dei detenuti: grave - Il Garante dei detenuti del Comune di Verona, don Carlo Vinco, punta il dito contro il trasferimento del giovane da un carcere all’altro nonostante le sue gravi condizioni: “È grave che l’area sanitaria a Venezia non abbia colto subito la gravità della situazione”, ha detto. “C’è da chiedersi come mai in quello stato abbia avuto il permesso per il trasferimento”. L’accaduto, che il detenuto avrebbe definito “pestaggio premeditato”, è finito sotto la lente delle autorità di polizia penitenziaria: hanno già inviato un esposto alla procura chiedendo che su che venga fatta piena luce sull’accaduto. Nel frattempo si è mosso anche il collega garante di Venezia: “Ho parlato con il nuovo direttore del penitenziario lagunare, Enrico Farina, ed è già partita un’indagine che è in corso”, afferma l’avvocato Marco Foffano. “Se fosse acclarato quanto è successo sulla vicenda dovranno essere presi provvedimenti. Questo è uno dei tanti casi di detenuti che albergano nelle carceri italiane senza che ce ne siano le condizioni, né per loro, né per chi deve gestire le intemperanze senza aver strumenti adatti. In ogni caso, niente giustifica un fatto del genere. Il giovane non tornerà a Venezia dov’è successo, resterà a Montorio”.