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di Michela Nicolussi Moro

Corriere del Veneto, 20 aprile 2024

Inaugurato ieri il padiglione della Santa Sede “Con i miei occhi”, allestito nelle carceri della Giudecca in occasione della Biennale. C’erano due ministri. Ha ribadito l’importanza della finalità rieducativa della pena il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, all’inaugurazione del Padiglione della Santa Sede “Con i miei occhi”, allestito nel carcere femminile di Venezia Giudecca in occasione della Biennale.

Ieri mattina, davanti al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, al Patriarca Francesco Moraglia, al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, al presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, e al capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, Nordio ha scandito: “È un momento di grande onore e commozione, oggi coniughiamo tre valori: arte, giustizia e religione. Talvolta possono sembrare incompatibili, dipende dalla nostra interpretazione. Alla fine di questo corridoio ho visto l’occhio sbarrato, che può significare l’esclusione delle detenute dall’esterno, ma anche l’incapacità di chi sta fuori di vedere la vita carceraria: generalmente le persone libere la ignorano. Così però si rischia la cultura dello scarto, anche perché lo Stato di solito tende a curarsi solo dell’espiazione della pena.

Io invece ho cercato di portare dentro il carcere ogni forma di rieducazione del recluso, è un imperativo etico, religioso e anche utilitaristico, nel senso che chi esce di prigione dopo aver imparato un lavoro e trova già un posto con uno stipendio decoroso si leva di dosso il marchio di Caino, ha l’opportunità di non tornare a delinquere e di reinserirsi nella società - ha aggiunto il ministro -. L’arte può rappresentare la capacità di vedere oltre i pregiudizi e di cogliere il vero senso delle cose, perché va al di là di ciò che comprende la ragione. La rappresentazione della giustizia in un luogo di dolore ed emarginazione si coniuga con la speranza, ed è il modo migliore di celebrare l’inizio della Biennale”.

Si sa che la prima iniziativa da ministro, per Nordio, è stato il giro delle carceri. “La rieducazione non è solo un imperativo costituzionale - ha ribadito ieri - stiamo lavorando in varie direzioni per concretizzarla. Con il decreto che porta il mio nome, ed è all’attenzione delle Camere, puntiamo a diminuire il numero dei detenuti (per combattere il sovraffollamento, ndr) riducendo la carcerazione preventiva disposta dal gip. Mercoledì con il Cnel e il presidente Renato Brunetta abbiamo avviato il progetto per portare il lavoro in carcere e trovare a chi esce un’occupazione, appunto per evitare ricadute. Non a caso il progetto si chiama Recidiva zero. È difficile costruire nuove carceri e allora cerchiamo spazi in quelle già esistenti per rendere reali tre parole d’ordine: lavoro, sport e arte. Anche il lavoro all’aria aperta, che vedo qui nell’orto della Giudecca, è importante per diminuire la frustrazione e l’isolamento. A tale proposito - ha aggiunto Nordio - ritengo inaccettabile l’escalation di suicidi nei nostri istituti di pena, quindi abbiamo stanziato 5 milioni di euro per introdurre lo psicologo. Ci rendiamo conto che sono insufficienti, ma è un inizio. Infine vogliamo accelerare i tempi della giustizia italiana, che oggi è lenta.