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Corriere del Veneto, 24 marzo 2024

A poco più di un mese dall’arrivo di Papa Francesco a Venezia, il Patriarca Francesco Moraglia entra in carcere e prepara il terreno con le detenute della Giudecca: “Prepariamoci all’incontro con il Papa, desidera salutarvi, un gesto di incoraggiamento che riconosce la dignità di tutti e indica la speranza che è di fronte a ciascuna di voi”. Ieri pomeriggio Moraglia ha celebrato la messa prefestiva della Domenica delle Palme e per incontrare le ospiti della casa di reclusione femminile a una settimana dalla Pasqua e a poco più di un mese dal 28 aprile, quando Bergoglio visiterà il padiglione del Vaticano per la Biennale. Ieri, insieme a loro, la direttrice Mariagrazia Bregoli, gli educatori, il personale e la polizia penitenziaria, i volontari e il cappellano diocesano don Antonio Biancotto. Moraglia ha parlato di redenzione e di errori, di peccato e di speranza: “La celebrazione della Messa delle Palme ci rende protagonisti di quella vicenda storica. Siamo Pilato, siamo Caifa, siamo il Cireneo, siamo la folla che si nasconde dietro alle opinioni dominanti e non verifica i fatti e le persone per quello che rappresentano”.

Il Patriarca ha poi inquadrato la celebrazione nel contesto della preparazione che tutta la Chiesa di Venezia sta vivendo in vista dell’arrivo del Papa: “In genere la celebrazione al carcere femminile si svolge nell’Epifania, festa della manifestazione del Signore. Quest’anno abbiamo vissuto anche questa celebrazione liturgica che apre la Settimana Santa per vivere un momento di preparazione alla Visita del Santo Padre”, ha affermato. “Siamo contenti della scelta del Papa di iniziare da questo luogo in cui si cerca di ricostruire delle vite e donare un futuro. Credo sia questo il messaggio che si vuole dare attraverso questo luogo e questa comunità di persone, anche con il Padiglione per la Biennale. L’arte appartiene a tutti e, in momenti di sofferenza e di ripensamento della vita, può donare uno sguardo che trasforma la realtà, conferendo una sapienza che non si può altrimenti possedere”.