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di Roberto Bioglio

ecorisveglio.it, 25 marzo 2022

Ad occuparsi dell’iniziativa sono la coop “Il Sogno” e la Fondazione San Zeno. Si chiama “Pizzeria Galeotta” ed è il nuovo progetto presentato giovedì 24 febbraio al ristorante sociale Gattabuia di Verbania dalla cooperativa sociale “Il Sogno” e la Fondazione San Zeno di Verona.

Ad illustrare i dettagli Erika Bardi, responsabile degli inserimenti lavorativi dal carcere della coop sociale “Il Sogno”, Marinella Franzetti, vice sindaca e assessora alle Politiche sociali, e Stefania Mussio, direttrice della casa circondariale di Pallanza. Con loro, collegata in videoconferenza, c’era Rita Ruffoli, direttrice della Fondazione San Zeno.

“Il nostro progetto - ha spiegato Bardi - è nato durante il primo lockdown, nella primavera 2020, quando abbiamo deciso un restyling del ristorante di Villa Olimpia con l’idea di creare nuove possibilità di inserimento socio lavorative di detenuti e persone con problemi di giustizia. Abbiamo rivisto il target del ristorante e da novembre, grazie alle competenze di Antoine R., Tony, socio lavoratore, che già aveva iniziato con noi un percorso di inserimento dal carcere, è nata l’idea di ripristinare il vecchio forno per le pizze, avviando un’attività di take away e delivery”.

Il progetto ha preso forma strada facendo ed è stato scritto da Alice Brignone e da Erica Bardi de “Il sogno”, con l’appoggio della Fondazione San Zeno. “L’obiettivo - spiega Bardi - è ampliare il lavoro di inclusione per persone in condizione di fragilità, in particolare con problemi di giustizia e avere un servizio di pizzeria di alta qualità affiancato da un percorso di formazione professionale.

Dopo aver ristrutturato e allestito la pizzeria con nuovi strumenti e attrezzature, ora partirà un corso di 200 ore destinato a quattro persone detenute che hanno la possibilità di accedere all’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario, e quattro persone con alto svantaggio in carico ai Servizi sociali; accanto ad essi, insieme ai docenti del Formont, ci sarà anche Antoine, con il ruolo di formatore interno”.

“La Fondazione San Zeno - ha poi aggiunto Ruffoli - è nata nel 1999 a Verona e ha sostenuto più di 1.500 progetti nel mondo; la nostra filosofia è ascoltare e accompagnare. Sappiamo che il 70% di chi ha sperimentato il lavoro in carcere non ha recidive”. “Io sono da poco qui a Verbania - ha detto la dottoressa Mussio - ma dalla mia esperienza so che molti problemi dei detenuti, dalla tossicodipendenza ai problemi psichiatrici, non si risolvono con il carcere. La difficoltà maggiore è vincere i pregiudizi ma è fondamentale avere queste misure concrete dove le persone possono misurarsi, se lo vogliono, con una nuova realtà e dar vita ad una sorta di “riparazione sociale”.

Soddisfazione è stata espressa anche dalla vice sindaca Franzetti: “L’amministrazione è felice di mettere in atto nuovi progetti legati al carcere; Verbania ha fatto da apripista nel 2016 con i progetti di lavoro. Le pizze di Tony sono state un momento di sollievo in città durante il lockdown, quando si è iniziato a parlare di queste specialità molto buone”.

Il progetto prevede dal 1º marzo i corsi nella cucina didattica del ristorante; i detenuti parteciperanno ai corsi, fino al 3 maggio, con l’autorizzazione del magistrato di sorveglianza. “L’idea - ha detto Bardi - è ampliare l’attività della pizzeria ed entro due anni arrivare a cinque giorni di apertura a settimana (ora è aperta dal venerdì alla domenica); speriamo di riuscirci magari già in estate”.