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di Angiola Petronio

Corriere di Verona, 14 febbraio 2024

Flavio Tosi e Patrizia Bisinella in visita al carcere. “Il Comune si attivi di più”. “Ho preso a spanne le misure delle docce. Hanno il muro e si riempiono di acqua e muffa perché non sono piastrellate. I detenuti mi hanno detto che i lavori li fanno loro, sostenuti anche dalla direzione, ma gli mancano i materiali. M’impegno a fare da portavoce e a trovare piastrelle, colle e raschiatori”. E lo ha fatto ieri, l’onorevole e coordinatore regionale di Forza Italia, Flavio Tosi. “Portavoce” delle due masse che formano il magma della casa circondariale di Montorio. La massa “presente”, anche troppo, nei numeri. E quella “evanescente”. La massa dei detenuti in sovraffollamento. E quella, asfittica e sfrondata, di chi li deve gestire nella detenzione. Le ha toccate con mano, ieri, quelle due masse Flavio Tosi.

Che a Montorio, con la croce di quei 5 suicidi in meno di due mesi, ci è andato in visita con la capogruppo in consiglio comunale di Fare! Patrizia Bisinella. Poco più di un’ora di visita, incentrata alla prima sezione. Quella dove, per lo più, ci sono detenuti in attesa di giudizio. I colloqui con la direttrice della casa circondariale e i rappresentanti sindacali di chi nel penitenziario veronese lavora e la chiusa: “Mancano un sacco di cose...”.

Ha snocciolato la lista, l’onorevole Tosi: “Mancano agenti di polizia penitenziaria, perché il decreto Madia ha portato l’organico previsto a Montorio da 420 a 380 agenti. Di quei 380 operativi sono comunque 310 e quindi ne mancano 70”. Trecentottanta che sono calcolati per la capienza “sulla carta” di 380 detenuti. Quelli che, ad oggi, sono 550. “C’è il problema dell’assistenza sanitaria - ha continuato Tosi -. Avevo parlato con l’Usl che ha implementato l’organico, ma non basta. Mancano dentisti, il dermatologo e soprattutto gli psichiatri. Manca anche tutta la parte lavorativa, che spetta al

Comune nel senso che anche il Comune deve attivarsi per far sì che ci sia un maggior rapporto con le imprese. Mancano strutture alternative. Persone con problemi psichiatrici non dovrebbero stare qui. La chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari ha portato in carcere queste patologie che qui sono ingestibili”. La buona notizia portata da Tosi è che “arriveranno in pianta stabile tre educatori in più. Non sono risolutivi ma è qualcosa”.

È stata Patrizia Bisinella a dare uno spaccato dell’incubatoio di vite che, per quelle “assenze”, è diventato Montorio. “Abbiamo trovato un immobile fatiscente, le celle sono oggettivamente piccole, sono in 2-3 per cella con molta muffa sui muri. Nella prima sezione ci sono 8 docce per 70 detenuti. C’è anche un problema di orari per l’utilizzo elle docce, perché l’acqua calda, con cui devono anche lavarsi la biancheria, non è sufficiente. È importante che il sistema carcere non sia scollato dalla comunità, dalla città. Ci deve essere una corresponsabilità nella gestione del carcere”. All’unisono anche le voci dei sindacalisti.

“A Montorio - ha detto Leonardo Angiulli, segretario nazionale dell’unione sindacale polizia penitenziaria - i veri problemi sono gli organici della polizia penitenziaria, con le 70 unità che mancano. Mancano anche gli psicologi, gli assistenti di servizio sanitario, educatori, psichiatri e tutto il servizio sanitario che dovrebbe curare la popolazione carceraria. Altra difficoltà oggettiva sono le aggressioni, i detenuti di difficile adattamento, gli psichiatrici”.

Angiulli ha smorzato anche gli entusiasmi sollevati dalle dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, che aveva annunciato l’arrivo di un comandante di reparto. “Verona è un istituto di primo livello. Il comandante di reparto è assegnato agli istituti di primo livello superiore - ha spiegato il sindacalista -. Ci sarà un comandante in missione, a singhiozzo”. Carlo Taurino della Cgil polizia penitenziaria ha ricordato come “stiamo insistendo anche per un incontro in prefettura. Per chiedere un tavolo tecnico visto l’allarmante numero dei suicidi.

Vorremo che a quel tavolo ci fosse anche l’area sanità penitenziaria perché a Montorio c’è un problema di numero esagerato di tossicodipendenti e c’è il problema dei soggetti psichiatrici. Il carcere non è adatto a gestirli e il personale non è formato per farlo”. Le difficoltà di chi lavora a Montorio sono state sottolineate da Micaela Petrilli, segretario generale Uil pubblica amministrazione. “La grave carenza di personale - le sue parole - comporta che gli operatori sono perennemente in straordinario, questo comporta un malessere che aumenta di giorno in giorno”.