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di Laura Tedesco

Corriere di Verona, 30 marzo 2024

Il Riesame azzera l’interdizione di 10 mesi: l’agente rimette subito la divisa. “Interdizione annullata con effetto immediato, può tornare in servizio e in divisa subito, già da domani “. Quando le sue avvocate Anastasia Righetti e Giuliasofia Aldegheri gli hanno dato un annuncio tanto importante, lui si è ammutolito per la commozione: “Non trovo le parole...”. Un mese e tre settimane: tanto è durata la sospensione del servizio dell’agente Andrea Provolo, coinvolto nell’inchiesta sulle presunte violenze in Questura a Verona.

Quando le sue avvocate Anastasia Righetti e Giuliasofia Aldegheri gli hanno dato nelle scorse ore un annuncio tanto importante, lui si è ammutolito per la commozione: “Non trovo le parole...”. Un mese e tre settimane: tanto è durata la sospensione del servizio dell’agente Andrea Provolo, coinvolto nell’inchiesta sulle presunte violenze in Questura a Verona: a febbraio era stato sospeso per dieci mesi dal servizio per effetto di una ordinanza firmata dalla giudice delle indagini preliminari Livia Magri ma nelle scorse ore, proprio alla vigilia di Pasqua, i magistrati del Riesame di Venezia hanno accolto il ricorso della difesa annullando l’interdizione dal servizio di Provolo. Quest’ultimo, che stava già scontando il provvedimento da quasi due mesi, può dunque fin da subito al lavoro: le motivazioni saranno rese note dal Tribunale della Libertà tra un mese, ma nell’arringa la difesa ha puntato “soprattutto sull’assoluta mancanza di credibilità di Mohamed Dridi (ora detenuto in carcere per rapina, è il tunisino che accusava l’agente Provolo di presunte violenze, ndr), smentito dai testimoni, dai periti, dagli estratti delle web-cam, perfino dalle dichiarazioni di sua moglie”.

È l’ultima, importante svolta nell’ambito dell’inchiestascandalo ma che ha portato il 6 giugno 2023 la Questura scaligera sulle prime pagine dei giornali e cinque agenti della squadra Volanti ai domiciliari (Alessandro Migliore, 24 anni, di Torre del Greco; Loris Colpini, veronese di Bussolengo, 51 anni; Federico Tomaselli, nato a Catania 30 anni fa; Filippo Failla Rifici, originario di Melzo, nel Milanese, 36 anni; Roberto Da Rold, nativo di Belluno, 44 anni) per mano dei colleghi della Mobile, a cui la Procura scaligera con i pm Carlo Boranga e Chiara Bisso ha affidato la delicatissima indagine sui presunti soprusi di cui si sarebbero macchiati alcuni esponenti delle forze dell’ordine ai danni di alcuni fermati.

Dopo aver già sospeso a ottobre 12 agenti per un anno (misura poi tolta a un indagato dal Riesame, che l’ha invece “limata” ad alcuni colleghi), a febbraio di quest’anno restavano da definire le sole posizioni di Provolo e del collega Marco De Angelis: anche quest’ultimo, su richiesta dei pm, rischiava lo stop temporaneo dalla divisa, ma nei suoi confronti l’istanza della Procura fu stata rigettata dalla gip Magri. Due mesi fa, quindi, al contrario di Provolo che venne sospeso per 10 mesi, non era invece scattata alcuna misura interdittiva per De Angelis. Entrambi erano accusati di abuso di autorità su Dridi: ma perché Provolo è stato sospeso e De Angelis invece no? Il gip scrisse che “le posizioni vanno differenziate. Provolo, più alto in grado rispetto a De Angelis, ha assunto un negativo comportamento rendendo, nel corso del suo interrogatorio, dichiarazioni non veritiere, finalizzate a screditare l’intero racconto di Dridi... - si leggeva nell’ordinanza del gip scaligero - arrivando ad escludere di aver notato un malessere fisico di Dridi e fornendo una ricostruzione falsa, evidentemente studiata a tavolino... neppure dopo l’instaurazione del protornare cedimento penale ha preso le distanze rispetto all’operato di chi ha materialmente percosso Dridi in Questura e gli ha urinato addosso, anzi, ha dato manforte ai colleghi autori materiali di queste azioni, mostrando piena adesione morale. Non è cosi per De Angelis.. che si è distinto positivamente, rispetto a molti dei coindagati, per non aver preso in giro l’autorità giudiziaria con dichiarazioni non veritiere, avendo optato per avvalersi della facoltà di non rispondere. Non si tratterà di una scelta particolarmente apprezzabile... ma molto più dignitosa e rispettosa di quella adottata dai suoi colleghi”.

Parole, quelle dell’ordinanza, su cui era intervenuto l’onorevole di Forza Italia Flavio Tosi con un comunicato sferzante: “L’ultima ordinanza del gip a nostro avviso conferma il pregiudizio ideologico di una parte della magistratura contro le forze dell’ordine”.