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di Angiola Petronio

Corriere del Veneto, 10 gennaio 2024

L’altro ha scritto alla moglie: “Prenditi cura di nostro figlio”. Domenica e lunedì altri due detenuti di Montorio hanno tentato di togliersi la vita. Uno di loro che si è tagliato la gola, è grave in ospedale. Tre, in poco meno di un mese. E, tra domenica e lunedì scorsi, altri due tentativi. È una scia tracciata probabilmente anche su quel fenomeno domino che è l’emulazione, quella dei suicidi nel carcere di Montorio. Scia “condivisa” con un intero sistema penitenziario e che non conosce confini. Racconta di due detenuti giovani che hanno tentato di togliersi la vita, l’ultimo “bollettino” da Montorio. Che vanno ad aggiungersi al suicidio dell’altro giorno al carcere Due Palazzi di Padova. Avvenuti, quei due tentativi, nella terza sezione - quella dei detenuti “protetti” - della casa circondariale veronese. Con un “prologo” l’ultimo dell’anno e un detenuto salvato dall’intervento dei compagni di cella.

L’associazione Sbarre di zucchero ha denunciato che “domenica un ragazzo italiano ha tentato di togliersi la vita, non è chiaro se col gas o ingerendo candeggina ma comunque “con qualcosa di chimico”, lasciando anche una lettera per la moglie dove le chiedeva di prendersi cura del figlio. Mentre lunedì pomeriggio verso le 16, un ragazzo russo, si è tagliato gola e polso con una lametta”. Il primo è stato soccorso e medicato. Le sue condizioni non hanno richiesto il ricovero in ospedale, dove invece si trova il secondo che quell’atto lo avrebbe compiuto per problemi personali. Gesti che mettono un ulteriore imprimatur sulla condizione carceraria.

Quella di Montorio, con un sovraffollamento che supera il 144% e con varie criticità che lo accomunano a molti, se non alla totalità dei penitenziari italiani. Il tutto a due giorni dalla venuta nella casa circondariale veronese del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari - con il presidente della commissione Giustizia alla Camera Ciro Maschio - che la sua visita l’ha annunciata per verificare che non ci siano “trattamenti di favore”.

Tra novembre e dicembre scorso sono stati in tre a togliersi la vita nel carcere di Montorio: Farhady Mortaza, 30 anni, in cella da solo per problemi psichiatrici, Giovanni Polin, 34 anni, Oussama Sadek, 30 anni, anche lui i in cella da solo e con precedenti di autolesionismo, a 3 mesi dal fine pena. E magari venerdì si farà il punto anche su questo.