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di Lorenza Cerbini

Corriere Veneto, 9 dicembre 2022

Un progetto di teatro equestre nel carcere di Montorio (Vr) sotto la guida del maestro Rudj Bellini. Grazie alla scuderia dell’istituto si può lavorare sulle emozioni e preparare gli spettacoli.

“Devo migliorare nella posta ungherese quell’esercizio in cui si cavalca con i piedi sul dorso di due cavalli diversi”, dice Marco. Era l’autunno del 2021 quando si è esibito a Fieracavalli Verona, la sua prima apparizione in uno spettacolo di teatro equestre davanti a un pubblico numeroso ed esperto. Con lui altri quattro giovani, tutti provenienti dalla Casa circondariale di Montorio (Verona). Oggi, Marco Bellardi si occupa dei cavalli della scuderia trevigiana “Free Horses” e con lui Alex Bortanoiu. Il primo ha già scontato la sua pena, il secondo uscirà tra poche settimane. Entrambi sono stati affidati a Rudj Bellini, un nome di spicco a livello internazionale nella scena degli spettacoli equestri. Racconta storie cavalcando, scalzo, senza sella né morsi. “I cavalli salvano. Costringono a mettersi in discussione ogni giorno e a crescere basandosi sulla fiducia reciproca”, dice Bellini. Per un’intera estate il “maestro” ha lavorato accanto ai detenuti nel primo progetto di teatro equestre sostenuto da Mariagrazia Bregoli direttrice del carcere veronese. “All’interno dell’istituto - dice - abbiamo una scuderia con quattro cavalli provenienti da sequestri. Nel 2021, con Fise, abbiamo proposto ai detenuti un corso di teatro equestre, alcuni erano già inseriti nel progetto formativo “home groom” in cui si apprendono le operazioni necessarie alla cura ordinaria del box e del cavallo”. “Quando ho iniziato il corso con Bellini non avevo idea a cosa sarei andato incontro, non avevo dimestichezza con i cavalli e neppure col teatro. Si è aperto un mondo di sensazioni ed emozioni nuove”, dice Bortanoiu.

Detenuti e “maestro” hanno lavorato insieme un’intera estate per allestire lo show “Oltre il limite”. “Ho lavorato duro e in pochi mesi ho imparato a cavalcare bene, ma nel teatro equestre questo non basta. Si lavora sulle proprie emozioni e ho scoperto aspetti inediti della mia personalità. Oggi, sono più consapevole degli errori commessi”, dice Bortanoiu. “Il cavallo- sottolinea Bellini - insegna il rispetto e l’autostima. Durante uno spettacolo, non bisogna dimostrare quanto l’animale sia bravo. Comunica con il corpo, gli sguardi, i nitriti, instaurando un rapporto sottile con chi si prende cura di lui e con il pubblico. Il cavallo insegna ad essere responsabili”.

L’impegno costante - Oggi Bortanoiu e Bellardi accudiscono circa venticinque cavalli. “Da Bellini stiamo imparando il mestiere di stalliere e di attore equestre. Ogni cavallo ha le sue esigenze e caratteristiche e vanno conosciuti uno ad uno. Ci siamo autogestiti, iniziamo al mattino presto e proseguiamo fino a sera, tutti i giorni della settimana”, dice Bellardi. “Provengo da una famiglia borghese, madre professionista, padre vigile del fuoco. Sono entrato in carcere giovane. Ho preso il diploma di scuola alberghiera, ho iniziato Giurisprudenza, ma avevo poco tempo per studiare. Lavoravo al bar interno, mi alzavo alle sei del mattino fino a mezzanotte. Quando Bregoli mi ha proposto il corso di teatro equestre, ho subito accettato pur non avendo mai avuto a che fare con i cavalli. E quando ho conosciuto Rudj c’è stata immediata simpatia. Nel maneggio ci sono regole da rispettare, un impegno costante e necessario per il benessere degli animali”. “I cavalli ci riconoscono e ci aspettano, sono abitudinari e non giudicano. Sperimentiamo una relazione senza pregiudizi, senza etichette. Chiedono di essere amati e tutelati”, dice Bortanoiu.

Intanto, nel carcere di Montorio è iniziato un nuovo corso “home groom”, ma questa volta in scuderia ci sono le ragazze. “Qui in Veneto - conclude Bregoli - abbiamo molti maneggi e manca personale qualificato Si tratta di un mondo pieno di opportunità. E speriamo di poter ripetere anche il corso di teatro equestre”.