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di Angiola Petronio

Corriere Veneto, 7 gennaio 2024

“Resto stupito e amareggiato per la polemica sulla playstation in carcere, che sarebbe un privilegio per un giovane detenuto e addirittura un mezzo che trasformerebbe il carcere in un parco divertimenti”. Inizia così la lettera che il garante dei detenuti di Verona, don Carlo Vinco, ha scritto ai giornali. Il riferimento è a quei presunti “privilegi” - peraltro smentiti sia dalla direttrice del carcere di Montorio che dagli stessi detenuti- concessi a Filippo Turetta e alle parole del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, che venerdì sarà a Verona proprio per “verificarli”. “Quella playstation l’ho fornita io al carcere, più di sei mesi fa per l’infermeria e la sezione di cura psichiatrica- scrive don Carlo- e mai avrei pensato a polemiche così banali e avvilenti per quanti stanno vivendo la condizione di detenuti e per quanti in carcere svolgono la loro professione. Pensare che sia un privilegio la possibilità di usare la playstation per ristretti momenti della giornata, in uno spazio comune e sempre condiviso, vuol dire non conoscere la sofferenza e la disperazione di chi è rinchiuso”.

Sull’uso della play station è intervenuta Jessica Lorenzon, osservatrice nazionale delle condizioni di detenzione degli istituti di pena di Antigone che ha fatto una visita nel carcere di Montorio confermando il sovraffollamento, problemi sanitari e di spazi: “Offrire momenti di svago può essere importante, anche solo per aiutare i detenuti a sopportare la noia - le sue parole. Filippo Turetta non deve fare eccezione”.

Nella sua lettera don Vinco spiega che “o osservato, e in più di una occasione ho espresso la mia stima, per come il carcere di Verona ha saputo finora gestire una situazione decisamente complessa. Sarebbe grave se assistessimo a intolleranze e discriminazioni sollevate più che da giudizi interni da opinioni e provocazioni provenienti dall’esterno. Con l’augurio che tutti riusciamo a lavorare per il bene di chi soffre con rispetto e ascolto”.