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di Angiola Petronio

Corriere di Verona, 1 marzo 2024

Il consiglio comunale di Verona ha ascoltato, ieri sera, la relazione del Garante delle carceri veronesi, don Carlo Vinco. Una relazione presentata ogni anno, ma che ieri sera è stata particolarmente significativa alla luce dei tragici episodi avvenuti negli ultimi mesi a Montorio e che hanno portato anche alla nomina di una nuova guida dell’istituto di pena (Francesca Gicieni ha sostituito la direttrice Maria Grazia Bregoli mentre sono cambiati anche il comandante delle guardie e il cappellano).

La relazione di don Vinco è partita dall’ormai cronico sovraffollamento, in tutta Italia ma anche a Verona: 537 detenuti nel 2023 (erano 530 nel 2022 e 482 nel 2021, mentre i posti disponibili sarebbero 338). Positiva, ha spiegato, la riapertura della sezione di prima accoglienza, con stanze per chi è sotto osservazione psichiatrica. Sui tre suicidi in un solo mese a don Carlo era stato imputato un “eccesso di silenzio” ma il Garante ha ribadito la necessità di rispetto della privacy. Resta grave, ha detto, il problema del lavoro sia interno che esterno.

Una nota della relazione ha riguardato la presenza a Montorio di Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchelin. E don Vinco ha lamentato come “siano state diffuse notizie (che, secondo alcune associazioni, provenivano dall’interno dell’Istituto), prive di fondamento e amplificate: Turetta è stato accolto come ogni altro detenuto ed è sempre stato in cella con altri, e non ha neppure frequentato la stanza dove c’è la playstation”.

Quanto alle accuse di torture in questura don Carlo ha spiegato di avere visitato le celle aggiungendo che “quelle della questura versavano in uno stato degradato e ho chiesto che venissero risistemate mentre quelle della caserma dei carabinieri sono invece in ottimo stato”.