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di Francesca Basso

Corriere della Sera, 1 luglio 2023

I governi sovranisti di Budapest e Varsavia vogliono rimettere in discussione il testo che impone di scegliere tra accoglienza o contributo di 20.000 euro per migrante. Sei ore di discussione giovedì sulla migrazione e almeno sei opzioni di conclusioni sul tavolo non sono bastate a convincere Polonia e Ungheria. Nemmeno la mediazione di venerdì mattina prima della ripresa dei lavori del Consiglio europeo portata avanti dalla premier Giorgia Meloni, su richiesta del presidente del Consiglio europeo Charles Michel e di alcuni leader Ue data la vicinanza politica con i premier polacco Mateusz Jakub Morawiecki e ungherese Viktor Orbán, ha sbloccato lo stallo.

E così le conclusioni del Consiglio europeo, nella parte “Dimensione esterna della migrazione”, presentano una dichiarazione a nome del presidente Michel e non dei Ventisette. Ma questo non cambia nulla sull’iter dell’accordo sui due regolamenti chiave del nuovo Patto per la migrazione e l’asilo raggiunto a Lussemburgo l’8 giugno scorso dai ministri degli Interni a maggioranza. Ora ci sarà il negoziato con il Parlamento Ue nel tentativo di adottare il nuovo Patto entro la fine della legislatura.

L’impegno verso la Tunisia - Il consenso è stato raggiunto invece sull’impegno verso la Tunisia, molto importante per l’Italia. Questo punto è rimasto nelle conclusioni. Fondamentale averlo fatto inserire in fase di negoziato nel capitolo Relazioni esterne e non sotto il punto Migrazioni. I 27 concordano nel ritenere importanti i lavori svolti “su un pacchetto di partenariato globale reciprocamente vantaggioso con la Tunisia, basato sui pilastri dello sviluppo economico, degli investimenti e del commercio, della transizione verso l’energia verde, della migrazione e dei contatti interpersonali”. Sostengono “la ripresa del dialogo politico nel contesto dell’accordo di associazione Ue-Tunisia” e sottolineano “l’importanza di rafforzare e sviluppare partenariati strategici simili tra l’Unione europea e i partner della regione”.

Che cosa vogliono Polonia e Ungheria - Polonia e Ungheria vogliono che tutte le decisioni in materia di immigrazione siano prese per consenso, “in linea con le precedenti conclusioni del Consiglio europeo di dicembre 2016, giugno 2018 e giugno 2019”.L’accordo del Lussemburgo è stato possibile invece proprio perché si è passati alla maggioranza qualificata come prevedono i Trattati per questa materia. “Comprendo la posizione di Polonia e Ungheria, che in questo caso è diversa dalla nostra”, ha detto la presidente del Consiglio Meloni al termine del summit. “Io ho tentato di spiegare dall’inizio che finché noi cerchiamo delle soluzioni su come gestire il problema dei migranti quando arrivano sul territorio europeo - ha proseguito - non troveremo mai l’unanimità perché la geografia è diversa, perché le necessità è diversa, perché le situazioni sono diverse, perché la politica è diversa. L’unico modo per affrontare la questione tutti insieme è concentrarsi sulla dimensione esterna. Ed è su questo che noi siamo riusciti a imprimere una svolta totale”. Per questo motivo l’Italia considera “la questione del Patto per la migrazione e l’asilo secondaria in questo dibattito”: “Io non chiedo i ricollocamenti, non sono la mia priorità - ha concluso -. Io chiedo, insieme, di fermare l’immigrazione illegale a monte e di farlo con un partenariato strategico con i paesi africani, che è utile anche per l’Africa”.