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Corriere del Veneto, 28 marzo 2024

Il vescovo Giuliano Brugnotto, dopo una visita al “Filippo Del Papa”, ha voluto ricordare la realtà del carcere nel suo messaggio per la Pasqua. “Quando mi sono avvicinato al carcere mi è apparso con una struttura davvero grande nella nostra città: un “macigno” chiuso e inavvicinabile - afferma - Ma è una casa, e all’interno ci vivono persone come me, come ciascuno di noi, con storie personali uniche, spesso ferite, e con i loro legami familiari. Le persone che vivono in carcere ci ricordano una realtà fondamentale della nostra esistenza: siamo un’umanità fragile. E chi di noi può dire: io non ho mai sbagliato nulla nella vita?”.

“La casa circondariale è, vorrei ribadirlo, una casa, non una discarica di cose che non servono più o di persone da eliminare dalla vista e dalla vita della città”, continua il vescovo, ricordando che sono detenute oltre 300 persone. “In mezzo a questi fratelli che stanno scontando una pena, meglio comprendiamo lo scandalo di ciò che ha vissuto Gesù - conclude - Non c’è carcere di massima sicurezza che non permetta di sperimentare quanto vale sempre e comunque la vita e quanto sia possibile rinascere a vita nuova anche dagli abissi più profondi del male compiuto. Con questi nostri fratelli, che vogliamo sentire vicini a noi, accogliamo la luce della risurrezione di Gesù che ci libera dalla paura e ci apre alla speranza di un mondo nuovo”.