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di Mauro Della Valle

Corriere del Veneto, 24 giugno 2023

“In carcere è come ci fosse un fuso orario diverso. Il tempo si dilata e anche la musica sembra assumere un ritmo diverso”. Il vicentino Mario Lanaro, compositore e direttore di coro e orchestra, commenta così l’esperienza vissuta nei mesi scorsi insieme alla figlia Lucia, psicologa e musicoterapeuta e Monica Bassi, vocalista e divulgatrice, nel carcere Filippo Del Papa a San Pio X, a Vicenza, nell’ambito del progetto “MusicAmica”.

Un’iniziativa della Società del Quartetto, in collaborazione con il Csi e in particolare Enrico Mastella, oltre naturalmente alla casa circondariale, e che si è conclusa il 21 giugno, in concomitanza con la Festa internazionale della Musica. Lanaro e Bassi sono infatti tornati nuovamente al “Del Papa” per due incontri musicali, aperti anche a chi non ha partecipato alle lezioni di MusicAmica, nel corso dei quali hanno eseguito un excursus tra le più note melodie italiane e internazionali. “Tra marzo e maggio - spiega Lanaro - abbiamo effettuato una decina di lezioni ad altrettanti detenuti, che in verità per noi erano allievi e con grande sorpresa nel giro di poco tempo se ne sono aggiunti alcuni altri e questo è stato motivo di grande soddisfazione. Quando alla fine di alcune lezioni ho improvvisato alla tastiera alcuni pezzi ho visto tanta emozione e partecipazione all’ascolto, ennesima dimostrazione che la musica davvero è in grado di rompere le barriere, forse anche le sbarre e i cancelli”.

Non è la prima volta che il maestro Lanaro si rende disponibile per simili esperienze. Alla fine degli anni ‘80 gli fu chiesto di tenere alcune lezioni nel carcere di Montorio a Verona. “Altri tempi. Allora parteciparono sei detenuti italiani con i quali finimmo per cantare Malafemmena a squarciagola. Questa esperienza vicentina, alla quale hanno partecipato molti extracomunitari, è stata decisamente più organizzata e anche la collaborazione dei dirigenti, dello psicologo e degli agenti è stata molto più aperta rispetto ad allora”. Medesimo giudizio positivo arriva anche da Piergiorgio Meneghini, direttore artistico della Società del Quartetto: “Lo scopo del corso non era certo quello di insegnare a suonare - precisa -, quanto piuttosto di creare relazioni attraverso la musica. Un altro tassello nel nostro percorso volto a portare la musica dal vivo in luoghi dove solitamente non c’è, come i centri diurni per anziani, le case di riposo e gli ospedali. Una sensibilità condivisa dal grande direttore d’orchestra Ivàn Fischer che ogni anno, in occasione del Vicenza Opera Festival, seleziona dei quartetti d’archi della Budapest Festival Orchestra con il medesimo scopo”. Info: https://quartettovicenza.