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Corriere del Veneto, 13 dicembre 2023

Le vittime di reato, qualsiasi esso sia, hanno uno sportello a cui rivolgersi. Per chiedere gratuitamente un supporto emotivo, un orientamento ai servizi del territorio, un’informazione legale. Perché spesso, soprattutto nei casi delle cosiddette truffe affettive in aumento anche nel Vicentino in una fascia d’età eterogenea, la vittima non riconosce il reato nemmeno quando l’evidenza toglie ogni dubbio. Ed è questa una delle ragioni per cui allo sportello si può rivolgere chi ha denunciato ma anche chi non ha maturato la consapevolezza di essere una vittima e che quindi non ha denunciato. Di più. Nella definizione vittima di reato rientra “una persona che ha subito un danno, anche fisico, mentale o emotivo, o perdite economiche causate direttamente da un reato”.

Lo sportello è stato aperto tre mesi fa al civico 2 di via Porto Godi e fa da punto di riferimento per tutta la provincia. In novanta giorni gli operatori hanno ascoltato 12 persone, a cinque delle quali è stato consigliato un supporto legale. L’iniziativa è finanziata da Cassa delle ammende e conta un cofinanziamento di 20 mila euro da parte delle Regione attraverso il progetto Re-Agire coordinato a livello regionale dell’Istituto Don Calabria. Nemmeno tanto velatamente, gli addetti ai lavori hanno fatto intendere che qualsiasi contributo da parte del Comune è bene accetto. In città il centro è gestito dalla Cooperativa Tangram partecipante al Tavolo della Giustizia Riparativa. Come funziona è presto detto.

“Dopo uno o più incontri di accoglienza in cui vengono fornite informazioni sul centro, gli operatori offrono informazioni sui diritti, sostegno emotivo e psicologico, accompagnamento ai servizi. Ci lavorano due operatori dell’accoglienza, due psicologhe, un avvocato, un educatore e un volontario” spiegano i referenti. Per l’assessore al Sociale Matteo Tosetto si tratta di “una nuova offerta che si adatta alle nuove esigenze del territorio e che valorizza un lavoro di squadra e di rete”. Inoltre “il servizio per le vittime collaborerà con il Servizio di Giustizia Riparativa per definire prassi e metodologia di accompagnamento della vittima di reato ai percorsi ad hoc” dice l’assessore. Il perno intorno al quale ruota l’iniziativa, già presente in cinque province venete, è il progetto “Re-Agire”, che, fa sapere il Comune, tra le altre cose “promuove programmazioni condivise di interventi per l’innovazione sociale dei servizi per le persone in esecuzione penale”.