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di Vittorio Orsina

informatorelomellino.it, 22 dicembre 2022

Alberto Pizzini, noto veterinario mortarese che lavora per Ats, sta tenendo un corso di apicoltura presso il carcere dei Piccolini a Vigevano per rieducare e creare un futuro ai detenuti. Ne sono coinvolti nove del settore maschile. Presto si attiverà un corso anche per il settore femminile. Il corso nasce dalle volontà di Alberto Pizzini e del presidente dei “Nasi Arcobaleno Enrico Malandra”, associazione che lavora all’interno del carcere con percorsi riabilitativi. Sia la direzione sanitaria del carcere che Claudia Costa, un’assistente volontaria che da anni lavora con i detenuti su attività di bricolage e piccolo artigianato, hanno dato il loro assenso e plauso per l’iniziativa. Tanto che si è chiesta la collaborazione di Api Lombardia, l’associazione di riferimento per gli apicoltori, che rilascerà dei diplomi ai frequentatori di questo corso, il quale si compone di sette lezioni teoriche di un’ora e mezza ciascuna e cinque lezioni negli apiari, da svolgersi nella bella stagione dei fiori. I nove detenuti partecipanti, oltre ad apprendere le nozioni su come si gestisce un’arnia e le api, imparano a costruirle, coinvolgendo così anche gli altri laboratori presenti nel carcere, come quello di falegnameria, e a preparare il terreno dove saranno posizionate quelle da loro realizzate. Uno spazio apposito è già stato identificato all’interno dell’area carceraria. Davide Pisapia, direttore della Casa di Reclusione di Vigevano, spiega: ‘‘Abbiamo il dovere di avviare un percorso di rieducazione del detenuto che contempli ogni possibile attività atta a raggiungere questo importante obiettivo. Credo che il laboratorio abbia una significativa valenza da questo punto di vista. Le api sono animali meravigliosi, importanti per l’ambiente, sono laboriose e il loro studio può diventare importante per aiutare i detenuti; non solo imparano una attività spendibile una volta finita la pena, ma per riflettere e fare un percorso di crescita personale così da allontanarsi dalla possibilità di avere una recidiva. Sono già soddisfatto di quello che ho potuto vedere e mi auguro che quanto imparato possa poi essere rielaborato per una riflessione ulteriore e per, eventualmente, aprire una strada lavorativa dopo la detenzione. Spero anche che il progetto si possa evolvere coinvolgendo sempre più detenuti’’.

Anche Alberto Pizzini si dice positivo e rivela quello che già da tempo era un’idea nel cassetto che non vedeva l’ora di essere attuata. ‘‘Mi occupo di apicoltura da trent’anni per l’Ats - svela il professionista - e sono stato apicoltore per ventisette. Avevo in testa questo progetto da tempo. L’incontro con il presidente di ‘Nasi Arcobaleno’ ha reso possibile la presentazione di questa mia idea al direttore Davide Pisapia. Oggi è diventata realtà. I detenuti hanno dato segni positivi: hanno già iniziato a costruire le arnie e a preparare il terreno dove saranno ospitate. Credo che l’ape e, di conseguenza, l’apicoltura possano svolgere un ruolo importante nei processi di rieducazione. Il modo con cui l’alveare è organizzato, in cui si suddividono le mansioni e lo spirito con cui contribuiscono con il contributo del singolo alla vita della comunità può diventare uno spunto di riflessione importante per il loro futuro, una volta fuori dal centro detentivo’’.