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di Patrizia Maciocchi

Il Sole 24 Ore, 3 gennaio 2023

Dall’età della vittima alla relazione con l’autore del reato. Dall’1 gennaio 2023 gli uffici giudiziari sono nella condizione di tramettere le notizie che riguardano il fenomeno della violenza sulle donne. Un passo avanti importante nella prevenzione per il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia.

Età delle vittime, relazione con l’autore del reato, tipo di crimine commesso e modalità per realizzarlo. Sono queste le informazioni che gli uffici giudiziari sono in grado di trasmettere per alimentare la banca sulla violenza di genere. È, infatti, operativa dal 1 gennaio 2023 la rilevazione delle notizie relative ai procedimenti giudiziari che riguardano un fenomeno che non conosce inversioni di tendenza. Lo strumento, previsto dalla legge 53/2022, ha l’obiettivo di realizzare costanti analisi statistiche da pubblicare periodicamente per far emergere caratteristiche ed evoluzioni delle condotte criminali.

Le informazioni degli uffici giudiziari - Attraverso un intervento sui sistemi informativi dell’area penale - informa con un comunicato il ministero della Giustizia - tutti gli uffici giudiziari italiani sono ora nelle condizioni di registrare dati importanti, come il collegamento tra vittima e autore del reato, il tipo di reato commesso e il modo per metterlo in atto. Una specifica nota è stata diramata agli uffici, per illustrare le finalità dell’intervento e le modalità operative per l’inserimento dei dati da parte degli operatori giudiziari. Una via, imboccata da via Arenula, per rilevare “le informazioni utili a formulare le risposte più efficaci nella prospettiva della prevenzione dei reati e dell’innalzamento degli standard di tutela delle vittime”.

Centri anti-violenza e case rifugio - L’aggiornamento dei sistemi informativi degli uffici giudiziari - per monitorare in modo costante il fenomeno - è in linea con gli obiettivi del tavolo tecnico istituito nell’ambito della collaborazione tra il ministero della Giustizia e Istituto Nazionale di Statistica, per alimentare la banca dati sulla violenza di genere con i flussi informativi giudiziari. Iniziative che si muovono sul solco delle misure preventive, secondo le indicazioni della Convenzione del Consiglio d’Europa e le ultime norme in tema di rilevazioni statistiche sulla violenza di genere previste dalla legge n. 53 del 5 maggio 2022.

La norma, che ha avuto l’ok definitivo il 27 aprile del 2022, ha, infatti, introdotto l’obbligo per gli uffici, gli enti, gli organismi e i soggetti pubblici e privati che partecipano all’informazione statistica ufficiale di fornire i dati e le notizie per le rilevazioni previste dal programma statistico nazionale, oltre che di rilevare, elaborare e diffondere i dati relativi alle persone disaggregati per uomini e donne. Ad essere coinvolte sono tutte le strutture sanitarie pubbliche e, in particolare, le unità operative di pronto soccorso, tenute a fornire i dati e le informazioni che riguardano la violenza contro le donne. Oltre al sistema informativo integrato, operativo dal 1 gennaio, la legge valorizza le rilevazioni annuali condotte da Istat sulle prestazioni e i servizi offerti rispettivamente dai Centri antiviolenza e dalle case rifugio.

Il presidente del Tribunale di Milano - Per il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia, con la trasmissione si è messo in atto un ulteriore passaggio nella rilevazione dei reati orientati al genere. “È uno strumento molto importante - dice Roia - perché consente di analizzare l’evoluzione della violenza di genere che ha molte sfaccettature e molte declinazioni”.

Un valore aggiunto è dato anche dal tipo dei dati trasmessi “Parliamo di procedimenti giudiziari - afferma il presidente Roia - quindi di emerso, elemento che ci consente di capire molte cose, ad iniziare dalle caratteristiche sociali della vittima come dell’imputato”. Ed è proprio il sommerso il grande problema sul quale c’è da lavorare.

“Dalle rilevazioni del 2021-2022 - conclude il presidente del tribunale di Milano - risulta che il 70% delle vittime di violenza di genere sono italiane. Un dato, evidenziato sempre nelle rilevazioni che facciamo ogni anno: per le donne straniere c’è un sommerso che si fa fatica a registrare. Diverse le ragioni delle difficoltà ad essere agganciate dalla rete territoriale: dall’intimidazione da parte dei “clan” familiari, alla lingua che limita la capacità di esprimersi. Questo strumento è comunque un’occasione per avere una “fotografia” a livello nazionale del fenomeno e non a macchia di leopardo”.