di Francesco Grignetti
La Stampa, 20 novembre 2023
Un indicatore significativo per indagare le cause del disagio giovanile può essere rappresentato dal tasso di dispersione scolastica. Spaventoso l’incremento dei reati commessi da giovani e giovanissimi. L’ultimissimo Rapporto sulla criminalità giovanile, a cura del servizio analisi criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, un ufficio interforze tra tutte le polizie, registra che sono in crescita i reati tra i minorenni e i cosiddetti giovani adulti (fino a 24 anni). Impressionante l’aumento di reati con uso della violenza. I minori denunciati o arrestati per rapina registrano un notevole incremento, in particolare nel 2021 e nel 2022 (1.594 segnalazioni nel 2010 e 3.175 nel 2022). Significa una impennata del 65,62% tra il 2019 e il 2022. L’andamento delle segnalazioni di minori per estorsione mostra un incremento del 69,04% dal 2010 al 2022, seppure i valori assoluti siano molto contenuti. Nel 2019, 476 segnalazioni con un incremento del 35,23% rispetto al 2011. Le segnalazioni di minori stranieri sono superiori a quelle dei minori italiani per i reati di furto negli anni 2013-2015 e 2018-2022, rapina negli anni 2021-2022 e ricettazione nel 2022.
Il discorso vale per quasi tutti i reati. “Al riguardo - si legge nelle conclusioni del rapporto - l’adolescenza potrebbe costituire già di per sé un fattore di rischio, data la criticità e la complessità del periodo della vita che ciascun ragazzo attraversa. I giovani che vivono in contesti di deprivazione socio economica o in ambienti familiari disfunzionali potrebbero apprendere comportamenti violenti come mezzo per risolvere i conflitti. La pressione dei pari o l’appartenenza a gang possono indurre una deresponsabilizzazione, che è propria dell’agire in gruppo, ed avviare i giovani alla commissione di atti violenti come rito di passaggio o per guadagnare uno status”.
Un indicatore significativo per indagare le cause del disagio giovanile può essere rappresentato dal tasso di dispersione scolastica. Ma il servizio analisi criminale segnala anche le “forme di desensibilizzazione alla violenza in ragione dell’esposizione continua ad immagini violente nei media” oppure come “la spettacolarizzazione di comportamenti antisociali attraverso i social potrebbero ridurre la consapevolezza del disvalore sociale dei comportamenti violenti”.
È quanto si intuisce anche dalle storie di cronaca che riguardano le violenze contro le donne. Analizzando le violenze sessuali dell’anno 2022, si scopre che un terzo delle vittime sono minorenni. Ampliando la fascia da 0 a 24 anni, si supera il 50% delle vittime totali. “E in genere - commenta Stefano Delfini, il criminologo responsabile del servizio - questi sono reati tra pari”. Ciò significa che anche tra i giovanissimi, tra i quali i comportamenti violenti stanno dilagando, i comportamenti con l’altro sesso non fanno eccezione. Sempre restando ai dati 2022 sulle violenze sessuali, il 20,7% dei denunciati sono tra i 14 e i 24 anni. Dai 25 anni in su, le statistiche sono meno accurate, ma tutto lascia pensare che siano moltissimi gli autori di violenza entro i 30 anni.
Il dramma è che le violenze contro le donne crescono a tutte le latitudini e in tutte le fasce di età. Si prenda l’andamento generale dei reati spia commessi nel decennio 2013 - 2022: c’è un trend in progressivo e costante incremento; sono aumentati del 105% i maltrattamenti contro familiari e conviventi, del 48% gli atti persecutori. Per le violenze sessuali, si è passati da 4.488 casi nel 2013 a 6.291 nel 2022(+40%). “Tale tendenza in evoluzione conferma la necessità di riservare a tale fenomenologia criminale la massima attenzione. Ciò anche se il rilevato incremento dei dati può, almeno in parte, essere interpretato quale parziale “affioramento di un sommerso”“, si legge nel rapporto.
E non solo. Nel 2022 e nei primi sette mesi dell’anno in corso, emerge che a subire atti di violenza sessuale in circa il 30% dei casi è stata una vittima minorenne. Esaminando la violenza sessuale di gruppo, fenomeno che ha tristemente contraddistinto la cronaca dell’ultimo periodo, la maggior parte delle vittime minorenni era stata aggredita da coetanei.
C’è una disponibilità maggiore dei giovani alla violenza. “Si può immaginare che queste azioni delittuose siano poste in essere dai minori che
subiscono in maniera pressante i condizionamenti negativi del gruppo amicale, del cosiddetto “branco” o dell’ambito familiare. Emerge un quadro di giovani alla ricerca disperata di una identità, con un bisogno esasperato di visibilità e di considerazione, in uno stato di forte irrequietezza; tutti elementi che testimoniano una pressante richiesta di aiuto e di considerazione rivolta al mondo degli adulti, che li spinge a compiere azioni estreme e pericolose”. E se questo è il background, purtroppo non fanno eccezione i reati contro le donne.